Regia di James Mangold vedi scheda film
Probabilmente nella storia della musica country/rock americana del Novecento Johnny Cash occupa un posto non meno importante di quelli occupati da Fabrizio De André o Lucio Battisti nella storia della musica italiana. Una figura che sarebbe certamente da approfondire nel nostro paese, di cui anni fa fu realizzato questo film biografico non geniale ma nel complesso interessante, che paga l'inevitabile tributo alle convenzioni melodrammatiche hollywoodiane quando si ha a che fare con artisti tormentati e autodistruttivi, ma che si raccomanda per un ritratto sfaccettato del cantante offerto da un Joaquin Phoenix già fuoriclasse della recitazione. Phoenix é un interprete di tale carisma da ravvivare anche una pellicola tutto sommato un po' ordinaria come questa, qui é bravissimo nel cantare e suonare la chitarra pur non avendo una specifica preparazione in materia, e l'unico appunto che mi sentirei di muovergli é che negli anni successivi ripeterà un po' troppe volte lo stesso personaggio "disturbato" o apertamente psicotico che sembra essere il suo cavallo di battaglia e a cui anche Cash finisce per essere in qualche modo assimilato. Buona la prestazione di Reese Witherspoon nel ruolo di June Carter, per quanto si possa discutere sull'Oscar assegnato all'attrice e negato a Phoenix che é l'indiscusso mattatore, mentre lei avrebbe dovuto essere inclusa fra le non protagoniste, ma rimane un'interpretazione piena di energia e l'attrice si distingue ugualmente per il lavoro vocale che senz'altro non è stato improvvisato. La regia di James Mangold é in fin dei conti tradizionale e forse poteva osare qualcosa di più, ma sempre all'interno di coordinate filmiche contraddistinte da un professionismo rigoroso. Lascia con la voglia di saperne di più sul personaggio, ed è un merito che di questi tempi non andrebbe sottovalutato.
Voto 7/10
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