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Cacciatore di teste

Regia di Costa-Gavras vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cacciatore di teste

di Dany9007
8 stelle

Con le armi del sarcasmo e con qualche concessione al grottesto, il film riesce a mantenere vivo l'interesse nello sviluppo della vicenda che ha soprattutto la qualità di non apparire banale, dato che sebbene sin dall'inizio scopriamo a che punto si è spinto il protagonista, una certa inquietudine accompagna la storia. Lo humour nero non manca: a coronamento di 15 anni di lavoro nell'azienda dell'industria della carta, Bruno, manager alla soglia dei 40 anni, riceve un dittafono elettronico ed alle congratulazioni per i traguardi raggiunti, nel giro di un anno viene licenziato a seguito di delocalizzazioni e ristrutturazioni aziendali. I 15 mesi di indennità passano in fretta e dopo 2 anni e mezzo la vita di Bruno è cambiata: ha dovuto rivedere il budget familiare, rinuncare ad una delle due macchine di famiglia, vedersi costretto ad intrattenere rapporti coi vicini di casa per garantire un passaggio alla moglie, quando prima non avrebbe rivolto loro nemmeno una parola. Bruno infatti non è un personaggio simpatico: sicuro di sè, aggressivo, arrogante, ma anche consapevole della stasi in cui si trova il suo percorso professionale: si rende presto conto che entro poco tempo sarebbe risultato obsoleto per il mercato, in quanto non più al passo con i nuovi sviluppi del settore. Da questo momento l'illuminazione: tramite una falsa inserzione pubblicata da lui stesso su un giornale, propone una posizione per un ruolo simile al suo, decidendo quindi di eliminare fisicamente tutti coloro che potrebbero essere dei potenziali concorrenti nel suo campo. La professione di serial killer alterna omicidi "facili" ad altri più compromettenti. Ma soprattutto porta Bruno (e lo spettatore) di fronte alle riflessioni di altri che, proprio come il protagonista, stanno vivendo la tragedia della disoccupazione. Infatti gli unici due che Bruno risparmierà (ma solo perchè ormai non rappresentano più una minaccia professionale), sono rispettivamente un manager ormai convertitosi alla professione di cameriere, che tutto sommato cova delle idee non tanto distanti da quelle di Bruno, e che pone una riflessione sull'idiozia delle politiche industriali occidentali (abbandonano i professionisti per formare personale in low cost countries), ed un altro capo progetto tristemente impiegato come venditore di abiti, e con stipendio a provvigione.

Nonostante gli incontri "formativi", i rischi di sbagliare obiettivo nei suoi raid, Bruno non indietreggia certo nel raggiungimento della posizione che vuole guadagnarsi. Tuttavia forse non è il solo ad aver escogitato un piano simile.

Una pellicola davvero apprezzabile, che non lesina critiche nemmeno all'istituzione della famiglia, che nonostante resti del tutto ignara del piano del protagonista, non è meno cinica nel coprire qualunque stortura insidi il suo equilibrio.

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