Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
"Il cacciatore di teste" (il titolo si riferisce al lavoro svolto dal protagonista per l'azienda che l'ha cacciato, dove ha fatto tagliare il personale in esubero) è un film nel quale, come per miracolo, tutto funziona quasi alla perfezione, dalla seneggiatura, desunta dal regista e da Jean-Claude Grumberg da un romanzo di Donald E. Westlake (che compare hitchcockianamente in una scena). Raramente Costa-Gavras, cui siamo peraltro debitori di varie opere meritorie, è stato così poco retorico (merito anche di Jean-Pierre Dardenne, qui in veste di co-produttore?) ed attento esclusivamente allo sviluppo narrativo del suo film. Non facile dal punto di vista drammatico, l'opera numero venti del regista greco non sbaglia un colpo: ogni segmento s'incastra nell'altro quasi alla perfezione, e la recitazione degli ottimi interpreti - primo, naturalmente, José Garcia, ma non sono da meno Karin Viard e tutti gli altri -, che non vanno mai oltre le righe idealmente tracciate dal direttore di quest'orchestra intonatissima, fa il resto. Socialmente, politicamente e artisticamente, "Il cacciatore di teste" è uno dei migliori film europei degli ultimi anni. Voto: 8. (25 dicembre 2007)
Per una riorganizzazione del personale, il capacissimo funzionario di un'azienda cartaria, viene licenziato. Essendo molto qualificato, ritiene di poter trovare ben presto un nuovo impiego. Ma non è così: il mercato è saturo di persone preparate quanto lui che non riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro. Per mantenere alla propria famiglia il tenore di vita che ha sempre avuto, l'uomo decide di far fuori tutti i possibili concorrenti sulla piazza. Il crimine paga.
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