Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
Un ingegnere, rimasto disoccupato per la riduzione del personale della sua azienda, decide con fredda lucidità di eliminare i potenziali concorrenti per il posto a cui mira. Un po’ per la faccia anonima del protagonista e un po’ per la presenza di Karin Viard nel ruolo della moglie ignara (hanno avuto almeno il buon senso di cambiarle pettinatura), il film ricorda A tempo pieno di Cantet, di cui sembra una versione ulteriormente incattivita. La vicenda è drammatica ma i toni sono spesso grottescamente comici e, a sorpresa, si ride: per la maldestraggine quasi assurda del killer improvvisato (che commette errori a ripetizione, fino addirittura a seminare per sbaglio un cadavere in più, ma senza mai subire conseguenze), per i suoi timori di essere cornificato, per il comportamento paradossale dei tutori dell’ordine (la polizia stradale lo ferma, dopo uno degli omicidi, perché stava buttando carta dal finestrino dell’auto). Ma ovviamente sullo sfondo c’è una visione cupissima della società contemporanea: l’uomo è lupo per i suoi simili, ai livelli alti come ai bassi, e lo si riscontra in vari episodi, fino a un finale che ricorda Eva contro Eva; solo all’interno del branco vige una sorda complicità (si coprono le malefatte del figlio ladruncolo, si accetta che il carrozziere produca una fattura falsa per pagare meno). 4 stelle ma con qualche perplessità, perché a volte si richiede una sospensione dell’incredulità che mi pare eccessiva.
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