Regia di Duncan Tucker vedi scheda film
mi piacciono molto i sentimenti forti e mi piacciono i viaggi. uno dei più recenti visti in tivù è stato beneath the clouds. il viaggio ti predispone bene anche se io odio le partenze e i preparativi quando invece dovrebbe far parte tutto della magia di lasciare ciò che ti è familiare per qualcosa di sconosciuto. il viaggio poi è quella cosa che invoco, oltre naturalmente a bestemmiare tutto quello che si è cercato di inculcarmi in anni di odioso e fortunatamente passato catechismo, quando va tutto storto e non vorrei più vedere nemmeno la mia mamma. scappare e basta. non essere più dove vivo, dove lavoro, dove esisto. of course il cinema è un viaggio in alcuni casi anche illuminante, verso un qualcosa di meraviglioso anche se di meraviglioso non è che ne abbia poi tanto. insomma la vita di bree non è che sia sbriluccicante, anche se lei fa di tutto per farcela diventare. gli stati uniti d'america sanno dare molto in fatto di buoni films, al pari degli altri stati del mondo s'intende, ma visto che dallamerica può arrivare anche puttano in saldo che lo sbattono al cinema senza ciglia battere, quando vedo un buon film americano sono ben contento, anche perchè sarà il colonialismo culturale o quello che più ci pare, ma quand'ero piccolo erano i vari red e tobi, i vari goonies, i vari ragazzi della 56 strada che si guardavano con ansia e bramosia. basta poco per farmi urlare al miracolo innamorandomi di felicity huffman: la visita dal medico con quel sorriso che pare una smorfia che sta transitando in un pianto di rabbia isterica. sentita con la sua voce è stata un'esperienza non che la doppiatrice non sia brava, ma è la bravura della huffman che voglio assaporarmi al 100%. e al cinema ne siamo intrisi. la solita telefonata ci avvisa che il viaggio verso l'operazione non sarà così facile e lineare. un figlio, in prigione. la psicologa nonché amica di bree non firma l'autorizzazione se non affronta questa cosa e allora che il viaggio cominci. si attraversa in macchina una porzione di quel paese che non finirà mai di stupire per bellezza e crudeltà, tanto da sembrare il titolo di un mondo movie. s'incontrano diversi personaggi, un patrigno che si approfittava sessualmente del figlio, un hippie che si approfitta di loro rubandogli l'auto. la scoperta casuale del giovane che bree non è una donna ma un uomo, la conoscenza della famiglia di bree che una volta si chiamava stanley. i tempi stringono, l'operazione e tra pochi giorni, e il figlio una volta accettata quella condizione di bree, sarebbe anche disposto ad allacciare una relazione con matrimonio... col padre, allucinante, bree sta per scoppiare e deve tornare a los angeles per l'operazione. bree confessa e il figlio scappa. ritroviamo bree in ospedale ad operazione avvenuta e il figlio con degli orrendi capelli biondi west-coast a scuola che sta dicendo al professore più o meno della sua età che non ha capito la lezione di non so più bene cosa e... si spogliano ma lui non riesce ad avere un'erezione. si grida stop, il fluffer si precipita a stimolare l'erezione latitante. la vita a los angelese è ripresa per bree solo come bree e per il figlio è iniziata al cinema come desiderava. poco importa se non recitando con russell crowe o meryl streep, ma affrontando magari doppie penetrazioni anali o una gang bang. si ritrovano alla fine del viaggio per noi, ma pronti per affrontare finalmente un nuovo viaggio per loro che durerà tutta una vita.
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