Regia di Laurence Dunmore vedi scheda film
Più che un film biografico è una piece teatrale tanto nella regia quanto nella sceneggiatura e nella recitazione, oltre che soprattutto nella particolare fotografia che mette in risalto i personaggi più che gli ambienti, oscurati negli sfondi per lo più neri o inseriti in cornici che ricordano dei quadri.
Ma non è solo l'aspetto visivo a colpire lo spettatore: qui Johnny Depp dà ancora una volta prova del suo grande talento ricoprendo un ruolo difficile, intenso e sofferto, dipingendo con gli occhi e i gesti un conte di Rochester filosofo schietto e incompreso, dallo sguardo fulminante e seducente, sadico e dolente, impregnato di un'affascinante forza vitale, ma sconfitto dalle sue stesse passioni.
E il film ce lo presenta nell'ultimo squarcio della sua esistenza, incerto e riluttante nella sua contrariata ricerca della redenzione presso gli uomini e se stesso più che presso Dio.
Il resto del cast risulta praticamente di contorno tale è l'aura maledetta e romantica che riesce a sprigionare, anche se la brava Samantha Morton e l'altrettanto convincente Rosamunde Pike gli tengono testa egregiamente in un paio di scene memorabili.
La storia è posta in secondo piano e il Carlo II di Malkovich sembra una debole caricatura (d'altronde i giudizi storici non sono mai stati clementi nei confronti di questo monarca).
Imperdibile per i fan di Depp, di un certo tipo di teatro e della letteratura e per chi cerca un dramma noir insolito.
Costruisce un film essenziale dall'atmosfera spettrale.
Uno dei suoi ruoli dark e drammatici migliori.
Non particolarmente avvenente riesce ad esserlo attraverso la sua abilità recitativa.
Ruolo in costume piuttosto convenzionale.
Composta ed elegante sa gestire bene anche momenti di rabbia ed affetto.
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