Regia di Lionel Rogosin vedi scheda film
Film d'impegno, voluto da Rogosin, cineasta che va a filmare dove nessuno o quasi osava andare, per rivelare una situazione ignominiosa che all'epoca molti non conoscevano ancora. E che doveva colpire soprattutto gli Americani, anch'essi coinvolti da una situazione di segregazione razziale, forse non scritta, ma altrettanto opprimente e forse ancora più ipocrita. La drammatizzazione di una vicenda comune, purtroppo emblematica di una prassi di discriminazione razziale spietata e quotidiana, risente dell'ammirazione del regista per il documentarismo alla maniera di Flaherty e per il neorealismo italiano. Camuffato da documentario sulla musica popolare dei neri sudafricani, girato in gran parte in segreto, Come Back, Africa, ambientandosi nei luoghi reali (nella città europeizzante come nelle bidonville) coglie la vita reale - in questo parente dei primi film di Cassavetes - come raramente il cinema americano, spesso così romanzesco, ha saputo fare.
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