Trama
Laura (Donna Mills) ha un difficile rapporto con la più grande delle sue due figlie Carly (Ari Meyers). Dopo un ennesimo litigio in famiglia, Carly fugge di casa e dopo aver un po' vagabondato, si fa caricare in macchina da un giovane, Peter (Adam Storke), che ben presto si rivela un maniaco sessuale. Carly viene violentata e uccisa. La polizia riesce a rintracciare e ad arrestare il giovane, ma al processo Peter, grazie all'abilità dell'avvocato e ai pregiudizi della corte, ottiene una pena mite, da scontare in casa di cura. Dopo poco tempo Peter ritorna in libertà e inizia a insidiare anche l'altra figlia di Laura. La donna allora acquista una pistola e uccide il maniaco. Al processo non chiede nessuna attenuante, ma la corte riconosce l'errore che ha compiuto nel primo processo e cerca di rimediare infliggendole il minimo della pena. La donna torna in libertà e riprende la propria vita familiare, ma non riesce a dimenticare quanto è successo. Nell'America degli anni Ottanta, attraversata da una corrente di neopuritanesimo, erano molto frequenti i film in cui si attaccavano con durezza la libertà sessuale dei giovani e l'eccessiva clemenza dei giudici verso gli assassini. A questi modelli si attiene, senza particolare inventiva, questo film per la televisione tratto da un romanzo di Sharon Michales e Phillys Vernick.
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