Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Un regista che mi ha da sempre affascinato, che purtroppo ci ha lasciato troppo presto, pur avendo espresso prima di morire la voglia di smettere di fare cinema. Un racconto scritto assieme al suo attore feticcio ed ispiratore, che già dall'esordio lo aveva ispirato con La Tranquillità, che raggiunge i livelli voluti attraverso un percorso cinematografico diciamo pure autobiografico, almeno in parte. L'occasione di avere una cinepresa cambia la vita al suo protagonista, che in progressione affermerà sempre di più la sua passione, compromettendo la vita che lo circonda, compreso quella familiare. Condizionamenti familiari, quelli sul lavoro, quelli politici amareggeranno le sua scelta, che però, malgrado tutto, non tornerà mai indietro, ormai l'occhio, e di conseguenza la mente, ha scoperto un modo di indagare nella vita, che viene a imprimersi nel proprio io in maniera indelebile, e che fa affrontare anche le amarezze che quotidianamente si frappongono davanti. Un film sincero, una confessione e una determinazione che diventa cinema in assoluto.
Una storia di quotidianità che in crescendo ci porta ben oltre
Un grande maestro qui affiancato al suo attore feticcio che partecipa con ogni cellula della sua pelle al racconto
Un attore dal volto qualunque,ma essendo grande supera ampiamente questa sua ovvietà
Il ruolo partecipato della moglie
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta