Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Un altro mostruoso quadretto di Bunuel, uno dei suoi primi lavori davvero efficaci, sebbene realizzato in Messico con pochi fondi ed interpreti di scarso richiamo (ma egualmente bravi). Tutto il film sta in una scena; tutta l'arte del regista sta in quella scena: il sogno di Oliverio, che tradisce la moglie con la provocante Raquel e si emancipa così, nel più edipico ed inconscio dei modi, dalla madre. Più nei dettagli, l'azione si svolge su un bus (movimento assimilabile allo scorrere della vita) senza autista (il fato che domina gli eventi), con una folta selva di piante nella cabina (elemento naturale, come le pecore che pascolano a fianco dei due personaggi); Oliverio è trattenuto dalla madre tramite una lunga buccia di arancia (cordone ombelicale, per esteso freni inibitori dell'educazione repressiva materna) e se ne libera all'atto del tradimento proprio come si libera della moglie (e qui c'è poco da interpretare, poichè la ragazza è gettata platealmente nel lago). Una manciata di minuti che valgono una carriera: per di più Bunuel tornerà in maniera ironica a questa scena con le pecore (che qui rappresentano l'elemento di continuità fra realtà e sogno/illusione) continuamente tirate in ballo nell'Angelo sterminatore (1962). Già Salita al cielo è del resto un'ampia dimostrazione del chirurgico sarcasmo con cui il regista spagnolo criticava l'uomo e le sue contraddizioni: la madre del protagonista sta morendo, il figlio rinuncia alla luna di miele per accaparrarsi l'eredità, ma si comporta come se si stesse sacrificando per la madre; la quale, nel frattempo, muore in assenza del figlio. Oltre alla forma surrealista ed ai rimandi di psicanalisi, è importante segnalare il significativo carico di misoginia dell'opera. Una storia di due Manuel, Altolaguirre e Reachi, sceneggiata dal primo, dal regista e da Juan De La Cabada; solo settantacinque minuti di durata, ma a quei tempi Bunuel era costretto a lavorare in economia ed in velocità: anche per questo intrascurabile fattore Salita al cielo è un prodotto di encomabile valore. 7/10.
Oliverio e Albina si sposano; lo stesso giorno la madre di lui si aggrava. I due ragazzi prendono la prima corriera per raggiungere il notaio, fuori città, altrimenti l'eredità della donna sarà spartita con i fratellastri...
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