Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Sci-fi alquanto obsoleto, per l'epoca, che prova a rispondere al successo di Star Wars, ma naufraga a causa della scarsità di budget e di una messa in scena anacronistica. Alfonso Brescia, buon regista western negli anni sessanta e mito della sceneggiata napoletana, dirige in modo anonimo, ma con un certo mestiere, salvando il salvabile. Purtroppo per lui la sceneggiatura è estremamente didascalica, dal momento che spiega quanto succede invece di narrare per immagini. Addirittura si ricorre all'assurdo artificio metacinematografico con gli occupanti di un'astronave terrestre che assistono dai monitor a quanto sta succedendo nello spazio con una serie di telecamere che seguono l'avanzata di veicoli alieni (!?) come se si fosse in un autodromo.
L'idea generale è quella dell'esistenza di una stirpe di extraterrestri umanoidi che vagano per lo spazio, più precisamente su un asteroide (!?), con l'intento di raggiungere la terra e di sostituirsi all'uomo. Ovviamente gli alieni parlano e conoscono la lingua dell'uomo e sono seguiti da altri alieni, sempre umanoidi, che hanno il potere di teletrasportarsi da un punto all'altro dell'universo. La semplicità con cui si affrontano le svariate problematiche viene estrinsecata da un copione puerile che prova anche a strappare qualche lacrimuccia, grazie all'introduzione di un bambino robot che dice di capire cosa provino gli umani.
Il duo di sceneggiatori, tra cui il fondatore della rivista Futuro (la prima sci-fi interamente italiana) al secolo Massimo Lo Jacono, guardano a L'Invasione degli Ultracorpi e lo fanno ricorrendo a una generazione di alieni decadenti che si muovono avvolti da bende sanguinolente che ricoprono corpi decomposti e preda di vermi. Brescia diluisce così la scifi con alcuni momenti horror e splatter. Troppo poco per salvare la pellicola, vittima di una trama alquanto povera e puerile. I costumi di scena sono assurdi e fuori luogo. Alla stessa maniera sono assai ridicoli gli effetti sonori. Pessima la colonna sonora iniziale, canzone in italiano all'insegna del delirio sulla musica di Giombini.
Alla fine Battaglie negli Spazi Stellari, conosciuto anche quale Cosmo 2000, è un prodotto low budget, quasi interamente girato in interni ricorrendo a una fotografia colorata, che non sprofonda nel pessimo più profondo ma che, al tempo stesso, non si lascia ricordare. Brescia girerà altri sci-fi.
Film per oltranzisti del C-Movie.
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