Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
Henry Hathaway si è distinto in alcuni "solidi" western nella sua filmografia, tutti entrati piuttosto favorevolmente nella storia del genere, sebbene senza mai raggiungere gli slanci geniali di Ford, Hawks, Mann o Boetticher. Ricordo una certa epicità ne Il prigioniero della miniera con una bellissima ambientazione messicana ed un eccellente Gary Cooper, un po' meno incisivi alcuni con John Wayne, come nel caso de I quattro figli di Katie Elder, western dai buonissimi propositi e dal contenuto interessante, ma sviluppato con troppe concessioni al classicismo (forse proprio su misura per il Duca?) o Il Grinta entrato nella storia più per aver consacrato (più o meno meritatamente) John Wayne con l'Oscar, nonostante tematiche e sviluppo della vicenda non siano certo tra i più innovativi ed appassionanti.
Con Nevada Smith devo riconoscere un eccellente prodotto ottenuto grazie alla commistione tra un certo classicismo (il tema della vendetta era già stato sviluppato in passato) ed una certa creatività in soluzioni abbastanza nuove nel genere: innanzitutto una certa dose di violenza, nella quale forse si iniza a riconoscere l'influenza dei recenti western italiani ed alcune situazioni piuttosto inusuali per il genere, prima fra tutte l'ambientazione carceraria. In tutto questo si osserva anche un'ottima commistione tra attori e tecnici: Steve McQueen (sebbene un po' troppo maturo per interpretare lo sbarbatello che deve imparare a sparare e a "stare al mondo") dà una bellissima prova ed un bel ritratto del personaggio che muta profondamente attraverso le avversità della sua esperienza; i cattivi interpretati da 3 eccellenti attori, rispettivamente il sadico Karl Malden, Arthur Kennedy (altro professionista del genere) e Martin Landau (un po' più sacrificato), oltre a caratteristi come Paul Fix, nel ruolo del probo sceriffo. La fotografia del grande Lucien Ballard è eccellente, e sa mettere in risalto i bei paesaggi dai colori saturi (che in parte avrebbero fatto nel giro di qualche anno da sfondo a Il Grinta) la cui ambientazione è estremamente diversificata: si passa infatti dai deserti in apertura alle paludi dell'ambientazione carceraria (che, lo dico a bassa voce, mi hanno fatto respirare le ambientazioni di Papillon).
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