Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
La vita e le opere del celeberrimo compositore emiliano (1813-1901).
Storia, finzione, vita personale e opere celebri in tutto il mondo si fondono in questa pellicola che è, di fondo, assolutamente nelle corde di un regista come Raffaello Matarazzo, esperto riconosciuto del melodramma nostrano. Giuseppe Verdi, eccellenza italiana a livello planetario, come protagonista è una garanzia e la scelta di farlo interpretare a Pierre Cressoy funziona, senza particolari sbavature o lodi; al fianco di Cressoy sul set ci sono fra gli altri Anna Maria Ferrero, Laura Gore, Emilio Cigoli, Camillo Pilotto, Gaby André, Aldo Bufi Landi, Gianni Agus e ancora il tenore Mario Del Monaco e il baritono Tito Gobbi: un cast di rilievo con un paio di nomi, gli ultimi due, che ‘nobilitano’ il lavoro agli occhi del pubblico melomane. Intrighi, tragedie, momenti di euforia e trionfi si intrecciano in maniera sufficientemente fluida nella sceneggiatura che reca ben cinque firme: quelle del regista, di Mario Monicelli, di Piero Pierotti, di Liana Ferri e di Giovanna Soria; forse la durata di due ore tonde è un po’ eccessiva, ma l’inclusione di svariate sequenze canore allunga (e diluisce) per forza di cose la narrazione. Rigoletto, Nabucco, Aida, Traviata: dentro a Giuseppe Verdi c’è tutto ciò che ci si aspetterebbe, e confezionato più che dignitosamente anche grazie ai contributi di Tino Santoni (fotografia), Mario Serandrei (montaggio), Alberto Boccianti (scenografie) e di Renzo Rossellini in qualità di selezionatore delle musiche verdiane incluse nel lavoro. Successo di pubblico e critica all’epoca, oggi questo film fa anticamera per entrare nel dimenticatoio. 5/10.
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