Regia di Tonino Cervi vedi scheda film
Il progetto era di quelli che un attore sente come grandi occasioni, portare sul grande schermo uno dei personaggi più celebri dei palcoscenici di sempre, l'Argante di Molière: sulla carta una delle possibili interpretazioni memorabili di Albertone, ma , nonostante il sonoro consenso delle grandi platee, che fecero incassare al film diversi miliardi dell'epoca, il testo classico del commediografo più celebre di Francia viene ridotto ad una farsaccia volgare e , peggio ancora, tendente al patetico sul finale, se non di un qualunquismo sfacciato e offensivo circa l'intelligenza dello spettatore quando si vorrebbe azzardare una metafora dei tempi. Sordi dà un'intepretazione grossolana, basando la ben altrimenti conosciuta vis comica su flatulenze al cubo, reiterazioni di "mignotta" e "vaffanculo", per niente divertente: il colorito cast intorno è sprecato e mal diretto, e nella noia progressiva che s'impossessa di chi visiona il film difficilmente si ha modo di lasciarsi affiorare sul viso un sorriso. Che brutto film quest'imitazione grezza e senza ispirazione di Magni, cominciava così il declino artistico di uno dei grandi interpreti italiani del Novecento.
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