Regia di Marco Vicario vedi scheda film
Vicario è un discreto regista (Paolo il caldo, 1973), che non ha mai avuto grande materiale per le mani su cui lavorare, ma ciononostante è sempre riuscito a portare a casa un risultato dignitoso (Homo eroticus, 1971, con Buzzanca, o Sette uomini d'oro, 1966, italianizzazione del classico canovaccio sulla 'grande rapina'); qui ha l'opportunità di mettere in scena una storia di Sonego, l'autore per eccellenza delle commedie di Sordi. Purtroppo, ancora una volta, il testo è di poco conto: il racconto di un uomo angosciato dalla solitudine, che si ritrova recluso per scelta e comincia a rivalutare la propria esistenza a partire dal problematico rapporto con la moglie. Tinte erotiche appena accennate, poca azione e molta riflessione, prevalgono gli interni arredati con gusto da Mario Garbuglia e Carlo Gervasi, avvolgente è il tema firmato da Armando Trovajoli (David di Donatello). Mastroianni in tono dimesso alle prese con un personaggio serioso e composto, con una brava Antonelli al suo fianco - metaforicamente, poichè nell'intero arco del film compaiono in scena insieme per pochissimo tempo - ed una particina laterale affidata a Moschin. Molta cura per la scena non corrisponde ad altrettanta per i personaggi. 5/10.
In una cittadina del nord, ad inizio '900, un marito fedifrago ingiustamente accusato di omicidio si rifugia nel retrobottega di un amico. La moglie, rirenuta frigida, nel frattempo si consola con altri uomini...
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