Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
E' un film dall'ironia profonda, piuttosto cinico ed improntato alla morale del 'giusto, sia pure spiacevole'. C'è qualcosa, una sorta di destino, che muove i fili della storia di Paul, costellata di malefatte, adulteri, crimini e che comunque lo vede sempre rimanere in pace con la sua coscienza; una risposta concreta al suo atteggiamento gli viene a manifestarsi nella vendetta materiale della moglie (Paul è sul letto di un ospedale dopo un incidente, lei gli fa credere di essere diventato impotente tramite il dottore che lo cura, che è il nuovo amante della donna), eppure lui non sa ancora lamentarsene. Morale ferrea per personaggi amorali. Colpiscono di questo film, ben strutturato e piuttosto originale, con un cast all'altezza della situazione, soprattutto due cose: come Chabrol riesca a rendere bruttina Mia Farrow nei suoi anni migliori - occhialoni, denti sporgenti, abiti da vecchia - e la bizzarra morale di Paul, conquistatore per scelta di sole donne brutte, più facili e più smaliziate. Non sarà un capolavoro, ma certo è un film discreto e curioso.
Neolaureato in medicina, Paul sposa una ragazza brutta per interesse: il padre di lei è infatti un suo professore, che gli affida la direzione di una clinica. Paul fa in modo di non avere figli con la moglie, ma amoreggia con la sorella di lei, decisamente più bella, ed ha con la cognata un figlio illegittimo. Venuta a sapere tutto quanto, la moglie si vendica in maniera atroce...
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