Regia di Riccardo Ghione vedi scheda film
Sette coppie si ritrovano per fare uno scambio partner collettivo finalizzato al ritrovamento del benessere di ciascuno; questo almeno vorrebbe la teoria psicologica alla base dell'incontro. Invece, tensioni e incomprensioni aleggiano nell'aria fin da subito.
Se non fosse che la sceneggiatura è firmata dal regista e dal giovane Dario Argento, forse questo film sarebbe ricordato persino meno del poco che già ora viene ricordato; d'altronde La rivoluzione sessuale, film sessantottino in un paio di accezioni, è un pasticcio dalle alte pretese che finisce per deludere sia sul piano estetico/autoriale che su quello più concreto dei contenuti. Una trama campata in aria, personaggi poco rifiniti e una tensione di fondo che impiega un'ora abbondante a salire: tanto basti a liquidare i principali difetti dell'opera; il cast, pur non essendo eccezionale, se la cava però dignitosamente: Riccardo Cucciolla, Laura Antonelli, Ruggero Miti, Marisa Mantovani, Christian Aligny sono fra i principali interpreti. Ben assestate le musiche di Teo Usuelli; il titolo in fin dei conti pare eccessivo o, forse, semplicemente uno specchietto per le allodole, alla ricerca di un pubblico incuriosito da risvolti morbosi in realtà assenti: qualche scena di nudo, linguaggio ben poco esplicito, un'atmosfera intellettualoide che sovrasta la pellicola annullandone ogni pretesa pruriginosa. Per Ghione, maggiormente noto come sceneggiatore, è il secondo dei quattro film diretti in sei anni (1967-73), dopodichè abbandonerà la regia definitivamente. 3/10.
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