Regia di Ugo Liberatore vedi scheda film
Sa vagamente di 'progressista', complice probabilmente anche l'anno di uscita, questo sessantottino Bora Bora, film che, sulla spinta di un femminismo lieve lieve (e fors'anche malinteso) va alla ricerca di un'accoppiata ormai resa popolare dalle pellicole di Jacopetti & co., i cosiddetti 'mondo movie': erotismo + esotismo. Eccoci quindi negli atolli tahitiani a indagare fra le pieghe psicologiche (sottilissime e banalissime) di una coppia medioborghese italiana fuggita al 'logorio della vita moderna' per ricrearsi un'esistenza nel paradiso oceanico, partendo dalla scelta di un nuovo partner. Una stereotipatissima sceneggiatura dello stesso regista ci guida fra cartoline (fotografia di Leonida Barboni) e dialoghi colmi di frasi fatte verso l'esposizione di corpi nudi e accoppiamenti gratuiti; è il cinema di Polidoro distorto in chiave libertina, cercando un sottofondo di analisi delle problematiche di coppia che ben presto però naufraga fra le mille leggerezza della trama. Fra gli interpreti Corrado Pani è certamente il nome più noto; lo affiancano le giovani Haydée Politoff e Doris Kunstmann, quest'ultima già fra i protagonisti del precedente (e primo) lungometraggio diretto da Liberatore - più noto in effetti come sceneggiatore - e cioè Il sesso degli angeli, uscito all'inizio di quello stesso anno. L'unica cosa che in tanta mediocrità senza dubbio si salva, pur non essendo d'altronde eccezionale, è la colonna sonora di Piero Piccioni. 2/10.
Geloso della moglie fuggita a Bora Bora, dove ha trovato un amante, un marito approda sull'isola e si dà da fare con le indigene.
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