Regia di Robert Siodmak, Curt Siodmak, Edgar G. Ulmer, Fred Zinnemann vedi scheda film
Importante film tedesco girato tra le due guerre, poco prima della salita al potere di Hitler, Menschen am Sonntag è un oggetto raro, desisamente peculiare nel suo genere: è un semidocumentario, un esperimento che per certi versi può ricordare le coeve pellicole di Vertov sulla vita metropolitana, scritto però da Billy Wilder e interpretato da attori non professionisti durante le loro giornate di riposo (e, come tiene a precisare una delle didascalie iniziali, tutti ritornati alle rispettive occupazioni una volta terminate le riprese). La pellicola, muta (sebbene sia il 1930 ormai), alterna immagini della Berlino di allora allo svago domenicale di due uomini e due ragazze. L'operazione, che per certi versi anticipa gli sviluppi del Neorealismo italiano, è tra gli ultimissimi film di valore prodotti dalla Germania sull'orlo del Nazismo: i Siodmak, Zinnemann, Ulmer e Wilder fuggiranno infatti in America con la seconda ondata migratoria, assime ad illustri colleghi quali Fritz Lang. Se il tono del film è poi da commedia, tra le righe si può notare un'inquietudine di fondo che, dall'Espressionismo in poi, non si è più dileguata: inquietudine portatrice di presagi poi drammaticamente confermati dalla Storia. Inoltre non è certo invisibile il tocco amaro di Wilder, soprattutto nello svilupparsi dei rapporti tra i personaggi: personaggi che sembrano persino riprendere quelli della Folla di Vidor e anticipare conseguentemente quelli dell'Appartamento, capolavoro wilderiano per eccellenza. Uomini di Domenica è l'istantanea di una città e di un Paese che si gode gli ultimi istanti di pace prima della tempesta, ancora assopita nei ritmi quotidiani e pacifici della Repubblica weimariana, inconsapevole di quello che verrà. Da riscoprire.
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