Regia di Sauro Scavolini vedi scheda film
Un giornalista curioso, un'auto con un foro nel parabrezza, una donna misteriosa da inseguire.
Tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Bernari, uscito una quindicina di anni prima, e sceneggiato dal regista con l'autore stesso del testo di partenza, Un foro nel parabrezza è un film corretto dal punto di vista estetico, diretto e recitato con accortezza e mestiere, ma che soffre di un evidente problema di dilatazione della trama. Giustificata - fino a un certo punto - dalla decisione di estendere la durata del lavoro dai canonici cento minuti cinematografici alle tre puntate televisive da un'ora ciascuna: una scelta indubbiamente discutibile, ma dettata da ragioni produttive inequivocabili trattandosi di coproduzione fra Rai e tv jugoslava. E proprio al di là dell'Adriatico è girato gran parte dell'episodio finale, quello leggermente più movimentato del tris. Al di là della prorompente supremazia dei dialoghi sull'azione e della ripetitività della storia, che vede sulla scena i due principali protagonisti per la quasi totalità del film, di Un foro nel parabrezza rimangono due pregi essenziali: il casting, con Vittorio Mezzogiorno e Mimsy Farmer a interpretare la coppia centrale e in ruoli minori anche Pamela Villoresi, Relja Basic e Remo Remotti; e la colonna sonora firmata da Riz Ortolani, di evidente ispirazione ninorotesca-felliniana. Una versione mutilata della pellicola, effettivamente proiettata in sala, esiste; terza delle cinque regie di Sauro Scavolini, più attivo come sceneggiatore. 3/10.
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