Espandi menu
cerca
Il diavolo

Regia di Andrzej Zulawski vedi scheda film

Recensioni

L'autore

cheftony

cheftony

Iscritto dal 2 marzo 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 100
  • Post 6
  • Recensioni 471
  • Playlist 14
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il diavolo

di cheftony
8 stelle

Cos'è successo qui?”

Questo? Soldati! Questi sono soldati dell'ultima guerra.”

Hanno perso?”

Sì! Il Sejm ha accettato la spartizione della Polonia.”

Devo andare a Varsavia!”

Assolutamente no! Ora nessuno può farci niente! Ricordi? Hai promesso di andare dritto a casa!”

Cosa vuoi da me?”

Niente! Pensa a me come ad una specie di...prete! Mi assicurerò che tu non ti perda.

Tutti i tuoi amici sono tornati. Ti stanno aspettando a casa.”

 

Siamo nel 1793: la Confederazione polacco-lituana, una monarchia elettiva, è stata appena rovesciata e i suoi territori sono stati spartiti, nonostante la strenua resistenza dei polacchi, fra Prussia, Russia e Austria.

Uno sconosciuto e spiritato funzionario anonimo (Wojciech Pszoniak) cavalca sulle desolate campagne nevose della Polonia verso un monastero “riciclato” come mattatoio di soldati e prigionieri, carcere e manicomio. Il suo incarico è quello di prelevare Jakub (Leszek Teleszynski), giovane sovversivo catturato dopo aver tentato di uccidere il sovrano. Portati fuori da quell'inferno Jakub e una giovane monaca (Monika Niemczyk) come “testimone”, lo sconosciuto esorta il ragazzo a fare ritorno a casa.

Jakub trova il suo mondo completamente stravolto: la fidanzata è in procinto di sposarsi col suo vecchio miglior amico, il padre si è suicidato e giace morto da due settimane in casa accudito solo da un servo nano, la madre è fuggita trovando nella prostituzione matronale l'ancora di salvezza e la sorella comincia a scoprire la stessa inclinazione, avviando inoltre un rapporto incestuoso col fratellastro Ezechiel (Michal Grudzinski).

Incontri saltuari e casuali con un gruppo itinerante di attori shakespeariani nei boschi, dolore, sentimento di rivalsa, baccanali, incesti, attacchi di convulsioni, sangue. In mezzo a tutto questo si inserisce lo sconosciuto, che appare di tanto in tanto dal nulla e intima a Jakub di fare pulizia facendo ciò che deve esser fatto: uccidere. Un qualsiasi tentatore diventa dunque il tentatore. La bestia. O forse Giuda. Mentre la monaca, un Bene inerme, assiste muta e impotente...

 

Il diavolo” è il secondo film di Andrzej Zulawski, di poco antecedente al suo esilio in terra francese per proseguire una carriera che avrà il suo apice col bellissimo “Possession” nel 1981. “Il diavolo” venne immediatamente bloccato in apparenza per i suoi contenuti osceni e cruenti dalla censura polacca, ai tempi sotto la dittatura dell'Unione Sovietica, e vide la luce solo parecchi anni dopo la conclusione dei lavori, nel 1988; è dunque sostanzialmente un film maledetto, mai doppiato e mai distribuito al di fuori di qualche proiezione ad alcuni festival, considerato di propaganda nonostante l'ambientazione nel 1793 perché il contesto storico risultava (volutamente, in tutta probabilità) assimilabile a quello moderno, con una nazione, la Polonia, storicamente mai in grado di governarsi e in inutile ribellione contro le potenze straniere che la controllano. Pare che il regista abbia preso spunto da un episodio del '68 di sanguinosa repressione dell'URSS nei confronti di studenti polacchi organizzatisi in una pacifica manifestazione, ma il film che ne ha tratto non è sicuramente univoco.

 

Quello di Zulawski è cinema alt(r)o, ricco di riferimenti ad opere letterarie, filosofiche e teatrali, difficilmente comprensibile, barocco, ricercato, ostico per volontà dell'autore, che vede il cinema più come una forma di autocatarsi che di appagamento dei desideri del pubblico. E il pubblico Zulawski lo violenta, lo annichilisce, lo turba! Lo fa con una telecamera a spalla schizofrenica, con una recitazione di stampo teatrale e spinta fino al ridicolo volontario, con storie ardue da seguire e interpretare pure una volta individuata l'idea di partenza, con immagini caotiche, surreali, viv(id)e, violente quanto poetiche. È un bellissimo e memorabile esempio la scena iniziale, ambientata in un monastero con pareti intrise ovunque di paglia e sangue; pareti che racchiudono corpi e urla che proiettano direttamente lo spettatore nel vivo della follia cinematografica di Zulawski, per sua stessa ammissione contrario agli incipit introduttivi e ritrattistici.

Il conflitto fra Bene e Male, la lacerazione, la pazzia e l'avvento del caos sono temi cari all'autore polacco e che ritroviamo, seppur in una forma assai differente, in “Possession” così come ne “Il diavolo”, nel quale la resa è aiutata da una colonna sonora dal respiro epico, con saltuarie staffilate di chitarra distorta e curata da Andrzej Korzynski, e dalle interpretazioni di Pszoniak e Teleszynski, bravi, spinti all'inverosimile e ambigui fino in fondo.

C'è poco altro da dire: “Il diavolo”, reperibile sottotitolato su Youtube grazie ad una qualche anima pia, è un'opera giovanile di impatto e ritenuta fra le migliori del discusso regista, ma è apprezzabile solo una volta accettate le premesse sulla sua osticità, una volta assimilato il concetto di cinema di Zulawski: un calderone di irrealtà e irrazionalità, allegoria e sentimento.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati