Regia di Luigi Russo vedi scheda film
Il giovane meccanico Paolo conosce a una manifestazione di sinistra la bella e disinibita Michela, con cui flirta e che ha una relazione molto aperta col marito Renato. Paolo fa amicizia con l'uomo e si tira indietro di fronte a Michela, incrementando però il suo impegno politico.
Quel rigurgito di '68 che si verificò nel Belpaese verso la fine degli anni '70 ha prodotto cose interessanti, cose meno interessanti e anche film come questo Porca società, tentativo fallito su più fronti di raccontare un cambiamento sociale drastico e a suo modo rivoluzionario; una pellicola neppure terribile nella fattura, ma che sicuramente non centra l'obiettivo che si era prefissata in origine. La crisi identitaria del maschio, l'ambizione sessuale della femmina, le proteste di piazza dagli orientamenti politici fortemente sbilanciati a sinistra, la violenza che imperversa su tutto: dai dialoghi alle azioni, tutto quanto è violento nel contesto qui narrato, e forse questa è la cosa meglio riuscita di tutto il lavoro. Da un soggetto di Paolo Belloni, il regista Luigi Russo ricava una sceneggiatura colma di momenti gratuiti (dialoghi didascalici, donne nude a casaccio, provocazioni sessuali francamente puerili) che mette in scena con mezzi visibilmente ridotti e con un cast nel quale spiccano – si fa per dire – i nomi di Saverio Marconi, Flavia Fabiani alias di Sofia Dionisio, Luciano Bartoli, Christiana Borghi e Mirella D'Angelo. Un certo maschilismo d'antan (la donna che sogna di essere stuprata, per es.), infine, manda platealmente a ramengo qualsiasi ipotesi di analisi sociosessuale; in maniera del tutto insensata compare una canzone cantata in maniera sublime da Mia Martini (Tu no) all'inizio e alla fine del film. 2,5/10.
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