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La bella e la bestia

Regia di Luigi Russo vedi scheda film

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La recensione su La bella e la bestia

di undying
7 stelle

Nato per solcare il successo del più celebre titolo diretto un paio di anni prima da Borowczyk (La bestia), il film di Luigi Russo tratta con garbo e inusuale sensibilità diversi tipi di parafilia distribuiti in quattro efficaci episodi.

 

Film suddiviso in quattro episodi, ciascuno orientato attorno ad un diverso atto di parafilia.

 

La schiava (**)

All'interno di un harem uno zar spietato (nutre i cani con i cadaveri dei ribelli) prova estrema attrazione, non ricambiata, per una stizzosa ancella (Lisbeth Hummel). In cambio del suo amore la lascia libera di governare, per un giorno intero, con pieni poteri. Distribuzione di soldi ai meno abbienti, rapporti consumati con dotati uomini di colore davanti agli occhi dello zar e altre eccessive iniziative non potranno far altro che promuovere azioni inattese, susseguenti il crollo d'interesse dello zar per una donna che, alla fine, si dimostra peggiore di tutte le altre...

 

Zooerastia (***1/2)

La bella Varvara (di nuovo Lisbeth Hummel) è sposata con un ricco possidente più anziano di lei e, giacendo di scuderia in scuderia, ha trovato nello stalliere il modo giusto per saziare i suoi appetiti sessuali. Quando il marito scopre la relazione induce al suicidio l'amante e sottopone ad una forzata convivenza la moglie, chiusa in una stalla con due cani ed un pony. L'isolamento e la reclusione scatenano nella donna istinti e pulsioni "animalesche", reazione tutt'altro che attesa e sperata dal sempre più stravolto marito...

 

Fustigazione (***)

Thomas è sovente vittima di dure punizioni corporali durante le lezioni scolastiche e anche a casa - dopo aver sorpreso la madre con l'amante - non riesce ad evitare sonore bacchettate. Al punto che inizia a ricavare piacere dal dolore e, anzi, coinvolge la sua giovane amica (Brigitte Petronio) in giochi estremi e nel ruolo di dominante padrona.

 

La promessa (****)

Giovanna (Franca Gonella) è destinata ad un matrimonio combinato. Dopo il turbamento lesbico provato di fronte alla sarta, che indugia a lungo mentre prende le misure sulla preparazione dell'abito nuziale, Giovanna intende mantenere la promessa, fatta in tenera età, al cugino: solo lui sarà il primo a coglierne la verginità. Dopo un tentativo all'aperto finito in un nulla di fatto, il cugino agisce portando nella camera da letto di Giovanna la colazione. Ma la verginità che gli interessa è un'altra e riesce a farla sua, con immenso godimento di Giovanna che, pur fingendo di dormire, non riesce a sopprimere i gemiti di piacere...

 

locandina

La bella e la bestia (1977): locandina

 

Luigi Russo é stato un regista piuttosto attivo nel cinema di genere e, anche in tempi più tardivi, ha tentato di dire la sua (L'amante scomoda è del 1992) gravitando comunque spesso in campo erotico. Al di là di alcune commedie pecoreccie (Una bella governante di colore e La nuora giovane) e di qualche più riuscito erotico di maniera (Pensione amore servizio completo) senza dubbio raggiunge il risultato migliore con questo La bella e la bestia, film dalle tematiche molto forti per l'epoca (1977) e nato come prodotto "bis" per cavalcare (è il caso di dirlo) l'onda del successo riscontrato dal film di Walerian BorowczykLa bestia (1975), tra l'altro interpretato sempre da Lisbeth Hummel. Russo non sarà l'unico regista italiano (tra i migliori epigoni ricordiamo Bestialità, tra i peggiori Libidine e in mezzo La bestia nello spazio) ad affrontare lo scabroso tema che, nell'opera specifica, riguarda solo il secondo episodio.

 

scena

La bella e la bestia (1977): scena

 

Il risultato finale appare di gran lunga superiore alle aspettative del pubblico, al punto che, pur se non raggiunge il livello del film ispiratore, tra i suoi epigoni resta il migliore. Tecnicamente per le belle scenografie, gli accurati costumi, la valida fotografia e il fondamentale apporto dato da Piero Umiliani con la sua efficace colonna sonora. Tra dialoghi sintetici, rarefatti e lunghe pause dove il silenzio - con il supporto delle espressioni degli interpreti - dice più di mille parole, Russo compone un film raffinatissimo.

Risalta, in particolare, il contrasto generato dalla delicatezza che non solo è quella dei protagonisti (dalla Hummel alla Petronio, senza scordare il volto estatico di Thomas in risposta alla bacchetta che lacera la sua pelle) quanto quella di una regia che si manifesta attenta ai dettagli e ai particolari più che non alla semplice esposizione degli atti nudi e crudi. 

 

scena

La bella e la bestia (1977): scena

 

E così, effetto di certo interesse - più che le pur piacevoli nudità - fanno le labbra, gli occhi, la lingua della Hummel ripresi in dettaglio sia nella stalla (alternati con lo sbavare dei mastini o con il membro equino in erezione), sia quando si concede il lusso del potere nella stanza di comando dello zar. E, stesso effetto, è da attribuire alla Petronio, quando posa le sue intimità sul bracciolo di una sedia per raggiungere - sorprendentemente - l'orgasmo. Ma il punto più alto, la massima ricercatezza del "doppio senso", dell'allusione e della carica erotica, ce lo offre la Gonella (qui bellissima, con un volto ed espressioni di un fascino raro) nel segmento conclusivo, quello finale dove la telecamera, dopo averci mostrato in dettaglio l'effetto che il piacere smuove sulle labbra della futura sposa "illibata", si libra nell'aria, esce dalla finestra, passa a lato del futuro marito e, sorvolando gli invitati alla cerimonia, sparisce nel cielo, verso l'alto, dissolvendosi con l'immagine finale ch'é chiusa su un cielo azzurro e pulito... attraversato solo da un'inevitabile parola: fine.

 

scena

La bella e la bestia (1977): scena

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