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La sanguisuga conduce la danza

Regia di Alfredo Rizzo vedi scheda film

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La recensione su La sanguisuga conduce la danza

di alan smithee
3 stelle

ITALIAN HORROR TRASH MADE IN '70

L'ancor affascinante conte di Marnack (Giacomo Rossi Stuart) si innamora a tal punto di una attrice teatrale somigliante alla moglie defunta, da decidere di invitarla, assieme ad alcuni altri membri della compagnia ormai allo sbando, nel suo castello sito in una isoletta poco distante.

In loco il padrone di casa racconta agli invitati la funesta maledizione che grava sulla sua dinastia, contrassegnata da morti violente e da vendette omicide.

Mentre gli atteggiamenti sguaiati di alcune attrici della compagnia suscitano scandalo tra la servitù, ma anche l'apprezzamento ormonale dei contadini del posto, le prime morti violente cominciano a tornare a far parte del vivere in quell'isola tetra e misteriosa, resa ora completamente irraggiungibile da una tempesta.

Girato tra l'Abruzzo e il comune laziale di Monte San Giovanni Campano, con interni presso la roccaforte Piccolomini di Balsorano, provincia di L'Aquila - località spacciate come made in England - "La sanguisuga conduce la danza" si concede all'horror più efferato solo in un frettoloso epilogo finale, dopo esser passato dalla commedia scollacciata e scurrile, al vero e proprio hardcore, inserito grezzamente e maldestramente allungando alcune scene osé con inserti hard e controfigure nemmeno lontanamente coerenti con la fisionomia degli attori professionisti impegnati nelle scene velatamente sexy.

Un pastrocchio raffazzonato alla meglio, che sorvola sulla coerenza tra le scene dell'arrivo della tempesta - rubate a materiale di repertorio insistentemente riproposto nella medesima ripetitiva dinamica - e riprese successive che denotano cieli sereni o comunque distanti da ogni avvisaglia di tempesta.

Femi Benussi si riscatta nel secondo tempo risolutivo, che ricorda certi racconti alla Poe, ma che tuttavia risente del pasticcio narrativo precedentemente ingovernabile. Giacomo Rossi Stuart invece pare visibilmente imbarazzato e imbambolato.

La regia di Alfredo Rizzo, attore prima che regista e sceneggiatore di scarsa ispirazione, non offre particolari spunti se non un incipit goliardico e ridanciano, caciarone e greve che pare distante mille miglia da ogni afflato horror dichiaratamente esplicitato a proposito del film.

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