Regia di Ben Younger vedi scheda film
Lei, Rafi (Thurman), quarantenne in carriera con le nevrosi che è impossibile non avere a New York, innamorata di lui. Lui, David (Greenberg), pittore poco più che ventenne, bello, ebreo, un po’ mammone, innamorato di lei. L’altra, Lisa (Streep), psicoterapeuta di lei e madre di lui, non propriamente contenta che in casa sua si consumi una versione “giudaico-cristiana” di Romeo e Giulietta. I preupposti del film sono esili: fa scandalo la relazione tra una donna e un uomo minore di quindici anni? E ancora, con tutti i conflitti che ci sono, è così insanabile al giorno d’oggi il divario tra un ebreo e un non ebreo in ambito sentimental-familiare? Si dirà che tutto fa brodo, se il fine giustifica i mezzi. E il fine è quello di costruire una commedia degli equivoci di stampo metropolitano, newyorkese in particolare, con tutto quel che di woodyalleniano ci si può aspettare da un simile schema. Il risultato è garbato, a tratti divertente, affidato alla bravura degli interpreti (ma Meryl Streep non sembra un po’ Joan Cusack?!) e a una sceneggiatura che a volte dà l’impressione di lasciarsi andare all’ovvietà, al “risaputo” che fa sempre centro. Una visione consigliata per un sabato sera con gli amici e dopo pizza o una domenica pomeriggio con fidanzata/o, con la consapevolezza di pensare ad altro dopo cinque minuti dalla parola “fine”.
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