Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Un bambino, figlio di un americano trasferitosi a Roma, comincia a comportarsi in maniera preoccupante; il padre lo fa visitare da uno psichiatra, ma la soluzione sembra un'altra: perciò viene convocato un celebre medium.
Penultima regia per il prolifico Silvio Amadio, la cui carriera ultraventennale (dalla fine degli anni Cinquanta ai primi Ottanta) inanella una serie di titoli mediamente anonimi, nel segno della serie Z cinematografica. Il medium non sfugge a tale regola, che poi è quella del 'genere', cioè del cinema a basso o bassissimo costo e relativa resa (salvo rare eccezioni); Amadio è anche autore della sceneggiatura insieme a Claudio Fragasso e Tonino Cucca, oltre a occuparsi personalmente del montaggio. Tutto fatto velocemente e in autarchia, con una storia virata al nero (thriller/horror) piuttosto scialba che si regge su modesti meccanismi narrativi; più che gli sviluppi della trama, a generare tensione ci pensa la riuscita colonna sonora firmata da Roberto Pregadio. Unico 'effetto speciale' dagli esiti indiscutibilmente positivi è la presenza di Philippe Leroy nei panni del personaggio che dà il titolo all'opera; fra gli altri elementi del cast si possono segnalare Martine Brochard, Guido Mannari, Sherry Buchanan e Achille Brugnini. Amadio andrà in pensione dopo il successivo Il carabiniere (1981), sorta di sceneggiata napoletana. 2,5/10.
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