Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Discreta pellicola, tra le ultime, diretta da Silvio Amadio (regista che ha lanciato Gloria Guida), alle prese con un genere atipico influenzato dalla seconda identità del collega Demofilo Fidani (cineasta mediocre, più celebre nell'ambiente come spiritista). Poco apprezzato al tempo dell'uscita, in quanto trattante un argomento ormai fuori moda.
Robbins (Guido Mannari), dodecafonista in carriera, decide di trasferirsi a vivere in una villa isolata in periferia di Roma, con l'intenzione d'impegnarsi senza distrazioni nella composizione di un nuovo brano musicale. Vedovo da quattro anni, lo accompagna il piccolo figlio Alan (Stefano Mastrogirolamo) per badare il quale ha assunto l'istitutrice Laura (Sherry Buchanan). Ben presto la tranquillità del luogo viene turbata da visioni allucinanti, rumori in soffitta e comportamenti inquietanti tenuti dal bambino. Alan, infatti, dichiara di vedere spesso una donna vestita di bianco dai lunghi capelli neri, soffre di incubi notturni e manifesta sintomi febbrili nonostante un accertamento medico confermi essere in perfetto stato di salute. Convinto che siano in azione forze soprannaturali, su consiglio dell'amico e psichiatra Vanni (Achille Brugnini), Robbins decide di consultare una sensitiva. L'esperienza, agghiacciante per esito, spaventa una rinomata esperta di fenomeni paranormali. A quel punto l'unica soluzione è quella di rivolgersi al professor Power (Philippe Leroy), uno dei medium più famosi a livello internazionale, comparso in televisione durante un approfondimento sulla materia. Vanni contatta Power, attualmente a Bruxelles, riuscendo a convincerlo a intervenire prima possibile. Secondo Power, qualcuno vuole fare del male a Robbins: si tratta, infatti, della cognata Daniela (Martine Brochard), una pittrice che organizza ripetute sedute spiritiche - dopo aver saputo perché la sorella ha scelto di togliersi la vita - provocando una possessione sempre più acuta nel piccolo Alan.
"Sembra che i ragazzi di quell'età abbiano una naturale predisposizione ad attirare su di loro i fenomeni più incomprensibili, con una eccezionale capacità medianica. Si sono verificati centinaia di casi, senza che sia stato possibile trovare una reale spiegazione scientifica. Una sola cosa è certa: è determinante l'età dell'adolescente. A volte sono vittime di possessione. Basterebbe pensare alle sorelle Fox che, un secolo fa, furono in pratica le fondatrici delle scienze spiritiche."
(Laura/Sherry Buchanan)
Sul finire della carriera, orientata verso tutt'altro tipo di genere, Silvio Amadio (1926 - 1995) subisce l'influenza di Demofilo Fidani, regista senza dubbio stravagante che, tuttavia, era più noto nell'ambiente come spiritista e autore di libri esoterici. Amadio scrive quindi un trattamento (un soggetto cinematografico più elaborato pur non essendo una sceneggiatura) il cui protagonista (il medium interpretato da Leroy) sembra essere ispirato da Fidani stesso. Altre chiare influenze arrivano poi da L'esorcista (William Friedkin, 1973) e dal più riuscito Shock (1977) di Mario Bava. La sceneggiatura è frutto del lavoro a quattro mani, avvenuto tra Amadio e Rossella Drudi (a detta dello stesso Claudio Fragasso, accreditato in vece della moglie per le solite ragioni fiscali). Con un cast interessante (oltre a Leroy, risaltano la Buchanan e Martine Brochard), affiancato a un discreto reparto tecnico (Maurizio Salvatore alla fotografia, costumi e scenografie - molto suggestive - di Elio Micheli), Amadio (anche titolare dei ruoli di co-produttore e montatore) gira un film dalle atmosfere rigorosamente cupe e tenebrose, impreziosito dai quadri macabri opera di Agostino De Romanis, abilmente ambientato tra esterni luminosi e solari in contrasto con interni ombrosi e opprimenti.
Il medium: Martine Brochard
L'argomento, per quanto fedelmente trattato, è però ormai fuori tema da almeno un triennio o più: per dare un'idea, in quegli anni Dario Argento girava Inferno, Joe D'Amato Antropophagus, Ruggero Deodato Inferno in diretta, Umberto Lenzi Mangiati vivi!, Bruno Mattei L'altro inferno, Lamberto Bava Macabro. Gli artigiani dell'horror tricolore tentavano di suscitare nel pubblico differenti emozioni, ben più viscerali, puntando su rappresentazioni esplicite per non dire splatter (nel 1980 si producevano gialli estremi, cannibal movie e rape & revenge). Molto probabilmente la scelta di non allinearsi alla tendenza del periodo, da parte di Amadio, è una delle motivazioni che sta alla base dell'insuccesso di questo strano horror che, in nètta opposizione alla moda del tempo, appare essere più orientato verso un tipo di narrazione lenta e letteraria, sulla falsariga dei contemporanei sceneggiati televisivi tipo "I giochi del diavolo" o "Il fascino dell'insolito". Il maggior limite del film è forse dato dalla scelta dell'autore di procedere nel raccontare la storia senza nulla mostrare (dalla possessione priva di effetti esteriori su Alan, alla scelta di lasciare fuori schermo le poche scene violente tipo l'incidente automobilistico o il decesso, al limite del ridicolo, della Brochard). Mediocre, invece, la scadente colonna sonora opera di Roberto Pregadio, in grado di far apparire peggiore di quel che non sia il risultato delle riprese. Le cronache del tempo riportano una breve apparizione de Il medium nelle sale italiane, con un incasso miserrimo quantificato in 15 milioni delle vecchie lire. Dopodiché sarebbe scomparso per anni dalla circolazione, restando inedito in home video.
Il medium: Philippe Leroy
Curiosità
Una prima visione televisiva de Il medium è stata segnalata su "La Stampa" del 14 gennaio 1983. Quel giorno il film sarebbe, il condizionale è d'obbligo, "andato in onda" sulla Quinta Rete (canale 47), alle ore 00.45. Chi lo ha segnalato, con tutta evidenza, non lo ha certo visto dato che lo presenta utilizzando questi fantasiosi termini:
"II medium, di Silvio Amadio, con Philippe Leroy. Italia, commedia — Storia di un finto medium che vivacchia tra imbrogli e relazioni con belle donne sposate."
Il medium: fotobusta
Citazione
"Lei è in grave pericolo mister Robbins, dovete credermi. Non sempre nella vita è necessario capire a fondo, a volte basta intuire, percepire la retta di certi fenomeni."
(Power/Philippe Leroy)
Il medium: Sherry Buchanan
Critica
"«La morte fisica non mi fa paura. So perfettamente che il mio spirito continuerà a vivere nell'altra dimensione, ricco delle mie esperienze e con il bagaglio dei miei errori che dovrò correggere e rivedere.» (Dal testamento spirituale di Demofilo Fidani, 1994). Fa sorridere il fatto che Fidani sia stato un uomo importantissimo nel mondo della parapsicologia (considerato 'l'ultimo dei grandi medium', capace di varcare il confine dello spazio, della materia e della morte), perché per noi cinefili Bis è inevitabile associarlo a western di terz'ordine o a trashate come La professoressa di lingue. Nel 1980 Silvio Amadio decide di scrivere un film sulle sue incredibili capacità soprannaturali, affidando la stesura della sceneggiatura all'esordiente Claudio Fragasso. La storia fu poi stravolta e 'cinematografata' (tanto che il nome di Fidani non viene nemmeno citato), facendola ruotare attorno a strani fenomeni che avvengono nella villa di un musicista e della sua famiglia, i quali, estenuati, si rivolgono ad un medium di fama internazionale. Nonostante sia all'estero, grazie al dono dell'ubiquità il paragnosta riesce lo stesso a presentarsi e scacciare il Maligno dall'abitazione. Il medium si inserisce in ritardo nella scia dei film esorcistici, con un approccio 'scientifico' al genere. Il ritmo decisamente soporifero, soprattutto nella prima parte, abbastanza convenzionale nel voler a tutti i costi tratteggiare una famiglia alle prese coi problemi di tutti i giorni, si riscatta nel secondo tempo con l'ingresso in scena di Leroy nel ruolo del medium del titolo. Lontana dal mostrare teste che girano a 180 gradi o liquami verdi, la pellicola sfrutta alcune trovate da ghost story, efficacemente utilizzate in questo contesto. Va detto che, pur non avendo mai trattato il genere, il regista si dimostra abbastanza abile nel gestire la tensione e alcune sequenze si rivelano davvero inquietanti. Bistrattato da questa produzione, Fidani si riscatta anni più tardi, pubblicando la sua autobiografia II medium esce dal mistero, opera volta ad esaltare le sue qualità paranormali."
(Manuel Cavenaghi) [1]
Demofilo Fidani (1914 - 1994) sulla copertina dell'autobiografia "Il medium esce dal mistero"
Visto censura [2]
Con queste parole, espresse sul verbale allegato al nulla osta n. 74452, in data 7 dicembre 1979, Il medium ottiene regolare distribuzione nelle sale cinematografiche:
"(Si) esprime parere favorevole alla concessione del nulla osta di proiezione in pubblico, con divieto ai minori degli anni 14 per la tematica del film che narra vicende di parapsicologia inadatta alla visione dei predetti minori."
Metri di pellicola accertati: 2500 (92'30" a 24 fps).
Sinossi estratta dal verbale allegato al nulla osta
"Paul Robbins è un musicista americano, venuto in Italia. È vedovo e ha condotto con sé il figlio Alan, un bambino di 10 anni circa, che affida alle cure di una governante di nome Laura. Ha preso in affitto una villetta nei dintorni di Roma. Nella villa però cominciano ben presto misteriosi fenomeni. Laura, la governante, nota con crescente apprensione che il piccolo Alan ha degli inesplicabili mutamenti d'umore e sembra stranamente legarsi d'amicizia ai misteriosi ospiti della villa. Dapprima il compositore lotta con il suo scettiscismo contro l'irrazionale, ma infine deve chiedere aiuto ad uno psicanalista. Questi non esclude che i fenomeni possano rientrare nella sfera della cosidetta paraspicologia e chiede l'intervento di uno studioso, un famosissimo medium, il Prof. Power. Sarà questi a scoprire la realtà dei fenomeni: lo spirito di Eleonora, una fanciulla di cui Paul Robbins era stato innamorato in gioventù, sta cercando di portare a compimento un piano di vendetta contro il musicista ritenuto responsabile della morte, avvenuta a causa d'incidente d'auto, provocato da Eleonora stessa. Il Prof. Power fa fallire l'impresa criminosa durante una seduta medianica. Finalmente torna il sereno e Paul Robbins torna in patria. Per il bambino però è molto doloroso staccarsi da Laura, la governante. Il musicista chiede alla donna di partire con loro e Laura accetta con gioia."
NOTE
[1] "Cripte e incubi - Dizionario dei film horror italiani" (Bloodbuster), pag. 194 - 195.
[2] Dal sito "Italia Taglia".
Il medium: fotobusta
"Mentre il positivismo fondava le scienze sociali (proclamando la morte della teologia) e il marxismo istigava il proletariato ad abbandonare la religione istituzionale bollata come «oppio dei popoli», migliaia e migliaia di persone tentavano di comunicare con i mondi spirituali attraverso medium e veggenti."
(Cecilia Gatto Trocchi)
Il medium (Silvio Amadio, 1980) - Titoli di testa
F.P. 16/08/2023 - Versione integrale visionata in lingua italiana su RAI Play (durata: 85'57")
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