Regia di J. Lee Thompson vedi scheda film
"Dimensione paura" la potremmo definire un'opera aggrovigliata (e con qualche evidente incoerenza) che narra una complicatissima vicenda sviluppata in un arco temporale che copre molti anni separati fra loro dalla tragedia della seconda guerra mondiale.
Tratto da un non eccelso romanzo di Hubert Montelehet (sceneggiato da Julius J. Epstein) il film diretto non proprio con la mano sinistra (ma quasi) da J. Lee Thompson , vede protagonisti della storia un campione di scacchi, una dottoressa e la figlia di quest'ultima.
Già deportata a Dachau (l'abusata molla sotterranea è ancora una volta quella dell'Olocausto), la donna scoprirà al suo ritorno a casa a guerra conclusa, che il marito se l'intende con sua figlia, entrambi rosi dal desiderio di impossessarsi delle sue ricchezze: Naturalmente questo insano triangolo sfocerà in una tragedia che più scontata non si può e dove - come di prammatica - al delitto seguirà il castigo.
Un gioco al massacro insomma che mette a fuoco i più sadici sentimenti umani che si concluderà però con il trionfo del "bene" sul "male e all'interno del quale non si capisce bene chi - fra il marito e la figlia - sia il personaggio più perverso.
Assolutamente sprecato il sontuoso cast (Maximilian Shell, Ingrid Thulin, Samantha Eggar e Herbert Lom) dove la sola Thulin si eleva (ma di poco) dalla mediocrità diffusa di tutti gli altri.
Discreta invece la fotografia di Chris Challis.
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