Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Per un'ora e dieci è una becera, squallida commediaccia erotica in cui l'unica cosa che funziona è il fondoschiena della Guida, ripetutamente ostentato forse anche perchè è realmente tutto ciò che il regista ha da offrire in questa circostanza. Poi, nell'ultimo quarto d'ora, il colpo di scena: un omicidio, l'atmosfera si fa nera ed il retro della Guida si intristisce, si incupisce, si fa pensieroso, sebbene non rinuncerà per questo a continuare a mostrarsi indefesso fino all'ultima scena o quasi. Questo lavoraccio - improbabile già dal titolo - firmato da Amadio e Pietro Regnoli, autore dozzinale, pone le sue basi su un'inverosimiglianza di fondo che si rende pian piano parte integrante del contesto, tanto che a un certo punto lo spettatore smette di chiedersi come sia possibile che a trenta secondi di dialogo debbano per forza succedere cinque minuti di spogliarello e musichette 'sexy' (a cura del maestro Pregadio, che licenzia spudoratamente un commento sonoro davvero fra i suoi peggiori). Nel cast anche il nerboruto caratterista Mimmo Palmara (il pescatore spagnolo), protagonista di una scena lievemente oltre le soglie del demenziale in cui deve fare a pugni con Castelnuovo (che non è Brando, ma nei limiti - tanti - di questo prodotto se la cava anche discretamente), che è la metà del primo e ciononostante riesce a tenergli testa senza grossi sforzi. Gli sforzi più sostanziosi sono invece senza dubbio quelli richiesti alla fantasia del pubblico, per riuscire a seguire una trama tanto strampalata e scritta male. 1/10.
Un uomo va a fare il giardiniere in una villa all'Elba; qui abitano una donna matura, che lo seduce ma ne rimane sempre fisicamente distante, e la figlia, ragazza disinibita e più propensa a concedersi carnalmente, che affronta ripetutamente le avances di un bruto pescatore dell'isola. Ma un giorno il pescatore assale la giovane in mezzo al bosco...
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