Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
È un grandissimo film diretto con la solita maestria dal mitico Mankiewicz e con i mezzi di quei tempi tanto diversi dalle finzioni computerizzate di oggi, ad iniziare da uno stuolo sterminato di comparse e con le tecniche di battaglia classiche.
Magistrale film, nel pieno senso dell’aggettivo. Magistrale perché gli attori tutti danno una prova da “maestri”, impegnati nella trasposizione cinematografica del dramma shakespeariano. Ovviamente la riscrittura dei dialoghi da parte dello stesso regista Joseph L. Mankiewicz è stata impegnativa, come un compromesso tra la versione teatrale e l’esigenza di un linguaggio cinematografico. Il risultato è molto positivo e con una resa quasi teatrale (nel miglior senso del termine) in cui tutta la tragedia dei difficili giorni romani, le Idi di Marzo e il periodo seguente, vengono raccontati e recitati alla perfezione. Oggi a noi risulta evidente la platealità di alcuni gesti degli attori, ma bisogna considerare che è consona ai tempi in cui il film è stato realizzato, e tra loro almeno due primeggiano e dominano la scena.
Il primo è lo straordinario James Mason e l’altro è il meraviglioso Marlon Brando, che anche in questa occasione non ha bisogno di gesti o di grande gestualità. Dopo i clamorosi successi dei film con Elia Kazan, ma prima di Fronte del porto, ecco il miglior Marlon, che parte in sordina quando il suo Marco Antonio è defilato dietro la statuaria figura di Giulio Cesare che domina la politica romana e poi viene fuori per difenderne il ricordo e per salire al potere, combattendo gli avversari politici, mai stati suoi amici. Il suo celeberrimo discorso declamato sul corpo insanguinato del quasi dittatore pugnalato è nella storia della letteratura, del teatro e dal 1953 del cinema. Solo in questa sequenza Marlon muove il corpo e le braccia e tutto il popolo lo ascolta, esaltato dalle sentite parole del fido Marco Antonio. Poi egli dominerà la storia narrata e la scena filmica, con la sua semplice presenza e la sua espressione, caratteristiche che sono sempre bastate all’attore per trasformare le sue prestazioni in veri e propri eventi di recitazione. Il tutto unito al suo particolare timbro di voce inconfondibile.
È un grandissimo film diretto con la solita maestria dal mitico Mankiewicz e con i mezzi di quei tempi tanto diversi dalle finzioni computerizzate di oggi, ad iniziare da uno stuolo sterminato di comparse e con le tecniche di battaglia classiche. Scene molto più realistiche dei vari 300, 301, 302 dei blockbuster tanto di moda oggi. Grandissimo film, da recuperare da parte dei veri cinefili.
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