Regia di Maurice Pialat vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - RETROSPETTIVA MAURICE PIALAT
Una moglie e madre di famiglia tra i 50 e i 60, si scopre affetta da un tumore osseo che le procura acuti dolori e le conferisce sempre meno autonomia. Ricoverata a Parigi senza esito, viene ricondotta poco dopo nella casa natale in Auvergne, ove il marito manda avanti un negozio di merceria.
Di fronte alke sofferenze sempre più acute della malata terminale, marito e figlio, donnaioli impenitenti a dispetto delle rispettive consorti, vengono come trascinati da un impeto di passikne che in qualche modo li illude di riuscire ad affrontare con più vigore quell'inesorabile decorso.
Una volta deceduta, ecco che entrambi verranno colti da senso di vuoto ed impptenza che li induce, almeno solo per qualche istante, a fare i conti con la propria coscienza e l'egoismo da cacciatori che li ha sempre contraddistinti.
Pialat firma con questo film una delle sue opere più dure ed emblematiche, necessarie a rappresentare quella sua tendenza a sviscerare con una crudezza istintiva, le sfaccettature comportamentali di una umanità che si fa dominare dagli istinti, cercando di proteggersi da eventi al di fuori del proprio controllo.
Un'opera lancinante, spietata, feroce ed istintiva, che traccia meglio di ogni altra del maestro, quasi sempre comunque esemplare, i tratti di uno stile puro che non accetta compromessi e vive del disagio e nel disagio degli interpreti scelti per evocarlo e renderlo esplicito.
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