Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Il rapporto di Giulietta con la vita, che potrebbe essere sano e diretto, è invece guastato dalla sua frequentazione dell'occulto. Il film si apre con una sferzante parodia dello spiritismo, che, più che una medicina contro il dolore, è un veleno per l'esistenza, che uccide l'immaginazione, e con le sue assurde pretese di scientificità, sottrae magia al ricordo e fascino al sogno. Il mondo cessa così di essere pieno del gioioso incanto che noi potremmo dargli, e finisce per popolarsi dell'ossessione di temibili spettri. Fellini coglie l'occasione per ribadire, con rinnovata intensità e squisita armonia, la sua rutilante poesia del reale, che si adagia mollemente sulla verità, come un velo variopinto, senza volervi scavare dentro e senza volerne forzare i segreti. Una delicata ed allegra trasfigurazione che è l'unico vero antidoto alla follia.
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