Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Buon film del tardo Zinnemann, il quale, a giudicare dal tono dell'opera, doveva essere all'epoca piuttosto amareggiato. A me in genere non piace il genere biografico, perché spesso i film sono retorici e celebrativi. Questo non lo è, e posso aggiungere che evita anche i toni didascalici e "dimostrativi", nonostante sia evidente l'ammirazione del regista per il personaggio di Giulia. La narrazione procede per episodi successivi, a volte anche molto parziali, nel senso che gli avvenimenti vengono spesso accennati nei dialoghi o nelle situazioni, come pure si fanno brevi riferimenti a quanto è accaduto tra un episodio e l'altro. Questo fa si che un racconto che dura diversi anni venga molto alleggerito e snellito, senza per questo essere superficiale o perdere nei contenuti. La barbarie delle squadracce naziste viene mostrata anch'essa senza retorica o enfasi, ma non per questo in modo poco efficace: la scena dei professori ebrei gettati allegramente al piano di sotto dell'atrio dell'università è agghiacciante, e ricorda nel registro e nella forza simili scene di certi film di Louis Malle.
Il tono generale è pacato e introspettivo, anche a motivo del fatto che il film è costituito dal racconto autobiografico della migliore amica di Giulia, la quale rivive gli avvenimenti anche dal punto di vista interiore. Non mancano momenti lirici e certe ambientazioni naturali dall'atmosfera suggestiva. L'episodio del viaggio in treno a Berlino è un momento di grande cinema, che ricorda certe situazioni dei film di Hitchcock (sospetto, tensione, passeggeri misteriosi e ambigui, spie...). Jane Fonda è brava e dà un'interpretazione ricca di sfumature. Complimenti anche per la scelta delle attrici che interpretano le due amiche da ragazze, le quali sembrano veramente le stesse donne solo più giovani. Più discutibile, invece, è la scelta di filmare i primi piani di Jane Fonda - ancora bella ma non più giovane - con filtri speciali che sfumano i dettagli. Se proprio si voleva, bisognava mantenere i filtri in tutta la sequenza. Nel caso di certi dialoghi a due, infatti, la differenza tra la fotografia sua e dell'interlocutore è evidente e stridente. Infine, mi sento di ossevare che il film, benché parli di una socialista e della lotta dei socialisti, riconosca con onestà che le forze che si opposero al nazismo furono molte altre e molto diverse tra loro (correnti politiche, ebrei, cattolici, semplici individui che agivano in proprio, ecc.).
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