Regia di Dusan Makavejev vedi scheda film
Interessante operazione di Makavejev, che prende un film strappalacrime, realizzato in Serbia durante l'occupazione nazista (il primo parlato in lingua serba) da un acrobata forzuto soprannominato "l'uomo di ferro", e vi aggiunge filmati di repertorio ed interviste del presente, realizzando un risultato il cui senso è opposto a quello originario. Si tratta di un'operazione condotta con spirito satirico rispetto alle intenzioni del film di partenza (intitolato, appunto, "Verginità indifesa"), affrontata anche con coraggio, per il sottile parallelismo, sotteso al film di Makavejev, tra quest'uomo di ferro e il Maresciallo Tito. A distanza di quarant'anni, comunque, specialmente alla luce di quanto è accaduto intorno alla Serbia negli ultimi vent'anni, qualcosa delle intenzioni del regista belgradese si è inevitabilmente perso, e se ancora risalta il ridicolo del film del '40, nonché il patetico dell'acrobata Aleksic, che, non più giovanissimo, continua ad esibirsi con muscoli cascanti e mutandoni ascellari, un po' di noia affiora nonostante la durata sia inferiore agli 80 minuti.
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