Regia di Gianni Amico vedi scheda film
Andrea e Francesca partono in tutta fretta da Roma verso il paesino natale di lui; un telegramma anonimo li ha avvertiti della morte del padre di Andrea. All'arrivo a casa dei genitori, però, l'uomo si rivela vivo e vegeto; il ritorno si trasforma in un'occasione di distensione per la coppia e di rilassamento per ciascuno dei due.
Le due principali passioni di Gianni Amico sono la politica e la musica sudamericana; in questo caso il Nostro abbandona la prima, ma non la seconda: Ritorno è un film televisivo, pur drammatico e a suo modo non privo di impegno, che mette in scena il rientro alla casa dei genitori da parte di un uomo ormai adulto e sposato, che si è costruito una sua vita e viene di colpo posto di fronte all'antico cordone ombelicale; in tutto ciò, la colonna sonora è composta da brani di Astor Piazzolla e il tango la fa da padrone incontrastato lungo tutta l'ora e mezza di durata della pellicola. Per quanto giuste siano le scelte di casting, la recitazione rimane sempre un passo indietro: troppo calcolata, essenzialmente teatrale, e questo nonostante per l'appunto in scena compaiano volti ben funzionanti come quelli di Luigi Diberti, Ilaria Occhini, Laura Betti, Renato Chiantoni, Carla Calò e Fabio Garriba; la sceneggiatura reca le firme del regista e di Enzo Ungari, con la collaborazione di Domenico (Mimmo) Rafele. Terzo film diretto da Amico per la Rai in altrettanti anni, dopo L'inchiesta (1971) e Central Park (1972). 4/10.
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