Regia di Vsevolod I. Pudovkin vedi scheda film
Trasposizione bellissima e avvincente del dramma letterario.
Del film mi hanno colpito le angolature di quelli che qualcuno tra i commentatori ha definito i ritratti. Poi il montaggio eccezionale, che tende e distende il tempo a piacimento del racconto. In ciò l'uso delle transizioni, a volte omogenee, (per l'analogia dell'enunciato e dell'enunciazione), a volte eterogenee, (per la definizione del tempo del rilievo narrativo, a volte contratto, a volte disteso, e dello spazio, drammatizzato) giocano il loro ruolo fondamentale nell'avvincere gli spettatori nel prosieguo dell'azione. Pudovkin riesce a cogliere nell'azione quella possibilità di riuscita che ha distrutto coi suoi primi piani che scavano nelle viscere della fatalità, della mortificazione, della follia incredula.
Un pò didascalico il finale, ma di grande emozione.
L'ultima considerazione sarebbe da fare sulla crudezza di certe immagini, sul loro carico di morte violenta e lasciata per strada.
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