Regia di Vsevolod I. Pudovkin vedi scheda film
Tratto da un romanzo di Gorky, "La madre" di Pudovkin fu un successo internazionale e fu universalmente riconosciuto come uno dei grandi film sovietici del muto, anche se in tempi più recenti un' ingiusta ondata di revisionismo critico ha cercato di svalutarlo. E' una pellicola ancora significativa nel disegno complessivo della regia di Pudovkin, che si rivela estremamente creativo nel montaggio, nella direzione degli attori e nella scelta delle inquadrature, efficacemente valorizzate dalla fotografia di Anatoli Golovnia (operatore sovietico che viene ricordato per aver vinto un Leone d'Oro alla carriera nel 1972). Straordinaria nel ruolo archetipico della Madre Vera Baranovskaja, attrice che era stata formata da Stanislavskij, con una recitazione più trattenuta e interiorizzata rispetto agli standard del muto, risulta una presenza davvero vitale e indimenticabile sullo schermo. Il ritmo del film è particolarmente sostenuto, con un montaggio vigoroso e dinamico (soprattutto nelle scene dell'attacco agli scioperanti e la Marcia del Primo Maggio nel finale) e con un uso altrettanto efficace di motivi simbolici a livello visivo, soprattutto quello dell'Acqua con lo scioglimento delle acque ghiacciate del fiume Neva. Rispetto ai film di Eisenstein c'è un interesse più concreto sui personaggi protagonisti del dramma e non sulla Folla indistinta che era stata la protagonista di Sciopero e della Corazzata Potemkin, e certi stereotipi di propaganda sulla lotta di classe, tipici dei film sovietici del periodo, non risultano troppo accentuati. Nel complesso, La madre merita una rivalutazione che lo può porre senz'altro fra i risultati più significativi del cinema Sovietico del muto e come il miglior risultato nella carriera di Pudovkin.
voto 9/10
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