Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Durante la rivoluzione messicana, nel 1916, il bandito Juan (Steiger) si unisce a Sean, un dinamitardo irlandese (Coburn), per svaligiare una banca. Soltanto più tardi capirà che Sean è un rivoluzionario che combatte con Villa e Zapata. E, dopo la diffidenza iniziale e a seguito dell'uccisione dei suoi 5 figli, subirà una metamorfosi che lo porterà ad abbracciare a pieno titolo la causa antidittatoriale.
Con una strizzatina d'occhio alla rivoluzione di casa nostra ed una al botteghino, Leone realizza il suo film meno sincero, dall'incedere discontinuo, con una prima parte che impasta echi da commedia a registri più tipicamente western, verbosa e prolissa, ed una seconda che accende tonalità più drammatiche venate di un politichese addomesticato alle esigenze del western. Così, nonostante alcuni momenti da ricordare di grande bellezza figurativa ed alcuni preziosismi (i due protagonisti hanno lo stesso nome: Sean e Juan, ossia Giovanni), il film non convince. L'artificiosità della messa in scena è palmare, la musica di Morricone azzarda un'altalena pirotecnica tra citazioni colte e melodie pop e Steiger, "l'inventore del ghigno perpetuo" (Kezich) è francamente intollerabile [1996].
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta