Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Messico, inizio Novecento. Un bandito del posto e uno irlandese si ritrovano in società per assaltare una banca; malgrado del primo e con maggior coinvolgimento del secondo, la coppia finisce per combattere nella rivoluzione appena scoppiata. Il messicano, salvato dalla forca all'ultimo momento proprio dall'irlandese, arriva quindi a convincersi della bontà degli ideali rivoluzionari.
La cosa più difficile da credere riguardo a Giù la testa è che questo film abbia vinto soltanto un premio: un David di Donatello per la regia, fine. Eppure Sergio Leone era già il Maestro dello spaghetti western: ok, genere ormai vituperato, ma non per colpa sua - anzi, e sulle sue capacità espressive non c'era alcun tipo di dubbio. Cosa qui ampiamente dimostrata: carrellate, primi piani e primissimi, frequenti zoom, azione diretta con buonissima perizia: Giù la testa ha tutte le carte in regola per mettere d'accordo pubblico e critica. Perchè la sceneggiatura (Leone + Sergio Donati + Luciano Vincenzoni) segue parallelamente la Storia e le storie dei personaggi, riuscendo a raccontare non senza una ventata di malinconia una vicenda di ribellione e presa di coscienza. Certo, ci sono sparatorie, violenza, persino un treno che salta in aria (effetti speciali di Antonio Margheriti; ma forse la sequenza del treno è la cosa che gli riesce peggio nel film) e non c'è alcun lieto fine rassicurante: però questa pellicola va ben oltre il concetto di 'spaghetti western' e sfrutta anzi tale mezzo per arrivare molto più avanti, all'apologo, alla parabola, all'affresco dai contenuti sociali-politici. Forse gli spettatori - che non premiarono quanto ci si aspettasse il film - non l'hanno capito del tutto, forse la durata di due ore e mezza penalizza la tenuta della narrazione, o ancora forse i bravi James Coburn e Rod Steiger non erano in verità gli interpreti migliori (o più simpatici al pubblico). Si può comunque concordare all'unanimità o quasi sul fatto che Giù la testa sia il peggiore dei western di Leone: ma la concorrenza qui è spietata. Nel cast anche Romolo Valli, David Warbeck, Rik Battaglia, Memè Perlini, Aldo Sambrell; inizialmente il regista voleva soltanto produrre il suo copione, affidando la regia a Sam Peckinpah. L'incontro fra i due si rivelò però disastroso e Leone capì di dover procedere mettendosi lui stesso dietro la macchina da presa. Non lo farà più, se non in un'unica occasione 13 anni più tardi, cioè per C'era una volta in America (1984). Bellissima la colonna sonora di Morricone: dirlo pare quasi dire un'ovvietà. 6,5/10.
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