Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Non è propriamente un western: è ambientato durante la rivoluzione messicana, e infatti doveva intitolarsi, in origine, "C'era una volta la rivoluzione": piuttosto, un'epopea avventurosa sul picaresco, cui il personaggio del rivoluzionario irlandese in fuga James Coburn dona una tonalità drammatica che gli dà un sapore tutto particolare. Nel cinema di Sergio Leone, se mediamente si ama tanto "C'era una volta in America", e si riguarda tante volte tutta la trilogia del dollaro o il successivo "C'era una volta il West", questo è un titolo che viene tenuto in una considerazione particolare. E' un lavoro che differisce dagli altri per avere in sè un discorso sugli ideali e sulla disillusione circa gli stessi, che al tempo della sua uscita nei cinema venne scambiato da alcuni recensori come "una rozza anarchia di destra". In realtà, Leone fece più probabilmente un lungometraggio forse ambizioso, ma che arriva all'obbiettivo di essere memorabile. Se Rod Steiger fornisce un'interpretazione comunque strabordante, forse eccessiva, ma in linea con le caratteristiche del personaggio, James Coburn è al suo meglio, con i chiaroscuri di un idealista che respira amaro, ricorda con rabbia e vive con malessere: il duo è funzionale e assortito a dovere. Non ci sono duelli, ma sparatorie e dinamite:affermatosi in tempi record nelle prime visioni, il film venne curiosamente smontato dopo neanche un mese, che per quegli anni era veramente poco. Anni dopo, è forse quello più "cult" tra i film di Sergio Leone.
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