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Giù la testa

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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La recensione su Giù la testa

di stanley kubrick
8 stelle

Per affermarsi in campo mondiale, l'Unione Europea ha dovuto risolvere casi di etnie diverse in un unico stato. Uno scontro per l'indipendenza famoso fu quello tra l'Irlanda Del Nord e tra il Regno Unito. L'Irlanda ottenne lo scopo mirato, però una regione, l'Ulster, decise che era meglio rimanere sotto il controllo del Regno Unito. Da questo scontro rivoluzionista nacque la Irish Republic Army (IRA), movimento terroristico e dinamitardo volto ad ottenere gli scopi prefissi. Nel film Giù La Testa, Sergio Leone continua a dare uno spessore particolare ai suoi personaggi. Parlando di rivoluzione a tutti gli effetti, divide gli uomini tra esperti e dilettanti, facedo trionfare alla gloria quest'ultimi. Il personaggio interpretato da James Coburn rasenta la perfezione quando si trova nel presente, sfiora il ridicolo quando ricorda attraverso flashback illuminati da una luce abbagliante i bei momenti passati prima della sua esperienza nell'IRA. I deserti paesaggi tipici del western vengono contaminati da persone sporche dentro, con in testa soltanto il pensiero di finire una volta per tutte questo banale tentativo di rivoluzione da parte dei messicani, e da esplosioni provocate da una lucida follia spettrale, che risiede negli angoli più bui della psiche dei rivoluzionari. Non importa quanto la miccia è lunga, conta soltanto dove è posizionata e quanto è potente. E' bellissimo artisticamente vedere quelle pianure deflagrarsi per una bomba, osservare il comportamento di Coburn e vedere come cambia durante il corso della pellicola, riflettere sul peso politico che questo gran film di Sergio Leone ha sulle spalle e come lo racconta bene. Steiger interpreta invece un bandito con figli che fanno il suo stesso lavoro, il suo obiettivo principale è quello di svaligiare la banca di Mesa Verde, dove suo padre lo aveva portato da piccolo. In Giù La Testa, la ricchezza viene messa in disparte, la sua guerra per distruggere la povertà e la miseria non è presente. Nell'incipit, il regista italiano offre primi piani a bocche e occhi dei ricchi, intenti a prendere in giro il povero peones che ha il corpo di Steiger. La fame che i poveri si portano appresso, la loro lotta per combatterla e respingerla viene deturpata da tutto quel cibo che Leone inquadra da vicino, il masticare avidamente tutto quel ben di Dio risulta insopportabile per coloro che non lo possiedono. Non c'è Clint Eastwood, non c'è Lee Van Cleef, non c'è Eli Wallach, però Steiger e Coburn fanno una figura dignitosa. Il passato va dimenticato, gli ideali, gli amici, la donna che si amava, tutto questo deve sparire dalla nostra testa, altrimenti la strada del presente appare contorta e difficile da proseguire. Come in Per Un Pugno Di Dollari, l'inganno viene visto come sintomo di amicizia. Se Clint Eastwood si faceva rinchiudere in una bara per non farsi vedere, Steiger applica uno stratagemma offensivo e mirato ad avere Coburn come amico di scorrerie. Si vedono tantissime esplosioni per tutto il film, ponti distrutti con sotto ufficiali che verranno schiacciati dai macigni, le pianure che ho descritto prima, cassaforti con dentro soltanto prigionieri politici, treni che vanno a sbattere frontalmente, carrozze che saltano in aria. Gli effetti speciali curatissimi sono di Antonio Margheriti e grazie a lui sono eseguiti in maniera perfetta. Infatti, la filmografia leoniana punta molto sulle esplosioni, dato che cinque film su otto sono western impeccabili. "Giù la testa, coglione" recita Coburn quando piazza bombe, per avvertire chi si trova nei paraggi, senza ombra di dubbio la battuta più azzeccata del film, oltre ad essere quella che da al film il titolo. Secondo capitolo della Trilogia Del Tempo, iniziata con C'era Una Volta Il West e conclusa con il capolavoro assoluto C'era Una Volta In America, Giù La Testa appare quello più stanco, ma comunque riesce a mantenere un certo fascino. La miniera diventa luogo di protezione e successivamente di imboscamento. L'argento che Coburn doveva trovare sembra sparito, come l'oro che impregnava le mura costosissime della banca di Mesa Verde. Gli uomini non faticano più per trovare fonti di ricchezza, ma per salvare le proprie vite. Le miniere sono uno dei pochi luoghi che non sono stati presi di mira dalle bombe di Coburn, ma uno di quelli che gli antagonisti che devono fermare gli uomini che si stanno ribellando cominciano a fare carneficina. Prendere un treno al volo è sinonimo di inganno e di non mantenuta promessa, entrarci senza biglietto motivo di venir sbattuto fuori. La scena all'interno del vagone risulta una delle più significative, con un personaggio che risulterà fondamentale per la rivoluzione messicana. Essere un capo rivoluzionario può avere dei pregi e difetti, l'acclamamento della folla è carico di forza, che verrà spesa per proseguire nel ribellamento. La protezione (Per Un Pugno Di Dollari) che i liberati possiedono diventa la potenza che rende i rivoluzionari quasi invincibili. C'è soltanto la lotta finale per far vedere allo spettatore quanto riscatto queste persone vogliono e il non averlo avuto può scatenare una carneficina. Un amicizia si sviluppa con il proseguire della trama, quella dei due protagonisti, gli occhi sono attratti dal sorriso di Coburn e dalle infinire volgarità che escono dalla bocca di Steiger (ancora accostamento occhi-bocca). Gli amici non si sono mai confermati nei film di Sergio Leone, basti ricordare il rapporto che c'era tra i tre protagonisti in Il Buono, Il Brutto E Il Cattivo, eppure in questo si ha la netta sensazione che qualcosa è cambiato, in ambito dell'amicizia i personaggi del regista italiano sembrano maturati, partendo da Clint Eastwood fino ad arrivare a Robert De Niro. Grande colonna sonora di Morricone, con il ripetersi continuo di "Sean", che sta a significare l'amico di Coburn che si vede durante i flashback di ques'ultimo. Le rivoluzioni avvengono anche nel passato, il tradimento di un amico (stavolta è proprio una distruzione assoluta del concetto di amicizia) diventa pretesto di rivolta all'interno del proprio corpo, non sempre si riesce nell'intento, ma a volte quello che conta è soltanto la pura vendetta Sarà anche un film pieno zeppo di momenti inutili, continuo ancora a imbruttirmi di fronte ai flashback con luci troppo appariscenti, ma non si può far finta di trovarsi di fronte a un bel film, nel quale valori che nel passato si contrastavano diventano univoci. Continuo a pensare che il sorriso di Coburn sia uguale a quello del sadico gioielliere del film Complotto Di Damiglia di Sir Alfred. Insomma, alla fine la politica è dentro gli occhi di tutti, perfino della gente morta.

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