Regia di Giacomo Gentilomo vedi scheda film
Peppino Biancaneve, timido impiegato, sta andando a chiedere la mano della figlia di un ricco gioielliere quando, lungo la strada, incappa nella maledizione di uno iettatore. Riuscirà lo stesso a presentarsi al futuro suocero, ma dopo una serie di disavventure e in compagnia del ladro Mirko. Le emozioni naturalmente non sono ancora finite.
Ciò che maggiormente sorprende di questa innocente commediola è il ritmo scatenato: indubbiamente non si tratta di un caso se il lavoro è frutto di una sceneggiatura a otto mani firmata da Marcello Marchesi, Vittorio Metz, Ernesto Grassi e dal regista Giacomo Gentilomo; sceneggiatura che prende a sua volta spunto da un altro film (Il ladro, 1939) diretto da Anton Germano Rossi, che è anche l’autore del testo teatrale da cui tutto ha spunto. C’è tanta sostanza e ci sono plurime idee, insomma, dietro a questo apparentemente semplice e lineare congegno da risata destinato a un pubblico vasto, senza contare infine che lo sbrigliato protagonista è un Peppino De Filippo in ottima forma, chiamato a interpretare un personaggio assolutamente nelle sue corde. Al suo fianco ci sono, fra gli altri, Mischa Auer, Silvana Pampanini, Luigi Pavese, Nando Tamberlani, Franca Maresa, Gino Saltamerenda, Laura Carli, Giacomo Furia e Lamberto Picasso; se la storia ha un andamento abbastanza prevedibile, sono però divertenti e originali certe soluzioni nella narrazione (il numero di magia di Peppino a tavola, per es.) e quelle da sole valgono il prezzo del biglietto. Per il quarantenne, ma dalla carriera già florida, Giacomo Gentilomo si tratta di un’evasione – ben riuscita – dal melodramma che generalmente frequentava; per Peppino De Filippo è invece un bel ruolo da protagonista, come raramente gli accadrà. 4/10.
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