Regia di Don Mancini vedi scheda film
Riuscitissima horror commedy di Don Mancini, sceneggiatore dei primi quattro capitoli de La Bambola Assassina (1988) qua passato alla regia del quinto episodio della saga. Il Figlio di Chucky è spossosissimo, sorretto da una sceneggiatura colma di ironia parodistica e da una regia attenta ed esaltata dalla passione per l'horror anni ottanta. L'idea di utilizzare Jennifer Tilly e Redman nei panni di loro stessi è l'ingrediente ulteriore che consente al progetto di compiere l'ulteriore salto di qualità. Mancini è bravo sia dietro alla macchina da presa sia, soprattutto, sui dialoghi. Le battute sono a dir poco esilaranti. La Tilly che Redman vengono costantemente presi di giro in situazioni paradosali, tipo la Tilly che contratta il ruolo della Vergine Maria facendo un provino dove recita l'annuncio di esser madre del futuro figlio di Dio, toccandosi con fare sexy al cospetto di Redman. I due attori si prestano divinamente al gioco e, in tutta probabilità, di divertono a farlo. Come non sottolineare tutte le battute su Gina Gershon, coprotagonista insieme alla Tilly in Bound - Torbido Inganno dei fratelli Wachowski (che poi avrebbero confezionato la trilogia di Matrix). Fortissima anche la caratterizzazione da vampettona sfigata della Tilly, che ironizza sul fatto di esser stata una star a Holltwood ma di essere ormai precipitata negli zeta movie e di non fare sesso da un anno (!?) nonostante tutti le sbavino dietro.
Eccezionale l'animazione delle bambole assassine, con Chucky che disquisisce con la sua compagna se suo figlio ("faccia di merda") sia un maschio o una femmina (alla fine diventerà transgender). Notevoli anche i tentativi della sposa di Chucky di convincerlo, per il bene del figlio, a non essere più un assassino con il "nostro" che giura di non uccidere più nessuno salvo far vedere alla telecamera di aver incrociato l'indice col medio.
Battute a go go, anche sboccate, intervallate da effetti splatter molto marcati, tipo teste decapitate che volano in aria, volti ripresi in primo piano e senza stacchi che vengono corrosi dall'acido oppure evisceramenti con le budella che cadono fumanti al suolo. Divertimento costante e scatenanto, per un pellicola che ricorda Small Soldiers di Joe Dante. Consigliatissima.
Nomination quale miglior film al Sitges del 2004.
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