Hans Schabe ha un grave disturbo psicotico di natura ereditaria. Con il passare degli anni, la malattia peggiora e Hans regredisce al punto da catalizzare tutte le paure e gli odi della società.
Note
Ribadiamo che non manca una certa qualità dello sguardo (si vedano le sequenze finali nell'ospedale psichiatrico), ma il dubbio è che l'eccessiva cerebralità del film, con i suoi messaggi antirazzisti retorici fino alla banalità, nasconda un'inconsistenza di fondo. Divertente l'invenzione dei lombriconi smaltisci-rifiuti da far poi mangiare agli operai "negri", ma solo in un'ottica da "carnivori venuti dalla savana". Per lo spessore - estetico e morale - consigliamo al giovane Louis di rivolgersi altrove, magari allo zio Sam (Fuller) e al suo _Il corridoio della paura_.
Follia. Discariche. Scarafaggi. In uno scenario surrealista riecheggia il dramma di Gregor Samsa. Solo che qui si chiama Hans Schabe. E la sua metamorfosi è, in realtà, una fissità raggelante, un incubo che si trascina senza davvero progredire, in mezzo ad ombre notturne e sacchetti neri della spazzatura. Louis Nero, questa volta, ci prova con la psicanalisi di Freud e di… leggi tutto
L’ultimo “film” di Louis Nero, “Hans”, è il terzo capitolo della trilogia “dedicata al linguaggio cinematografico”.
Cosa sia per Nero il “linguaggio cinematografico” resta un vero mistero, che lui stesso non sembra essere riuscito a risolvere. Soprattutto non sembra aver capito che per distruggere un linguaggio bisogna prima averne padronanza.
Basterebbe parlargli… leggi tutto
Follia. Discariche. Scarafaggi. In uno scenario surrealista riecheggia il dramma di Gregor Samsa. Solo che qui si chiama Hans Schabe. E la sua metamorfosi è, in realtà, una fissità raggelante, un incubo che si trascina senza davvero progredire, in mezzo ad ombre notturne e sacchetti neri della spazzatura. Louis Nero, questa volta, ci prova con la psicanalisi di Freud e di…
Recensimmo il precedente film di Louis Nero, Pianosequenza, riconoscendo all’autore talento nel girare e una certa visionarietà, ma anche denunciandone il concettualismo. Un timore confermato da Hans, storia confusa di un giovane paranoico figlio di schizzati che dopo un percorso sospeso tra sogno e realtà finisce in manicomio, devastato nella psiche dai precetti di una società razzista. Il…
Sono partita prevenuta..in senso buono. Mi sono fiondata al cinema convinta a priori che mi sarebbe piaciuto tantissimo.. invece, a parte qualche intuizione visiva bravamente scoppiazzata, si è rivelato una delusione: un pastiche di virtuosismi inutili e sconclusionati, senza un minimo di strutturazione e fascino.
Mi dispiace leggere critiche favorevoli su questo film da parte di critici "autorevoli", perchè mettono in luce la più bieca funzione che la critica ha assunto da quando esiste e cioè portare alla ribalta opere come Hans che di buono hanno nulla. In realtà dopo la prima mezz'ora ho provato ad evitare giudizi affrettati per non rischiare di creare una premessa di rifiuto al resto del…
L’ultimo “film” di Louis Nero, “Hans”, è il terzo capitolo della trilogia “dedicata al linguaggio cinematografico”.
Cosa sia per Nero il “linguaggio cinematografico” resta un vero mistero, che lui stesso non sembra essere riuscito a risolvere. Soprattutto non sembra aver capito che per distruggere un linguaggio bisogna prima averne padronanza.
Basterebbe parlargli…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.