Regia di Mario Gariazzo vedi scheda film
Può sembrare, dalla trama, l'ennesimo spaghetti western stereotipato che racconta la storia di una vendetta personale celebrata nel sangue dei nemici da un uomo solo, sadico e sostanzialmente giusto: e lo è. Il nome di Gariazzo, mestierante di serie B e qui pure alle prime armi, può inoltre destare pochi entusiasmi: a ragione, ma - e questo sarà l'unico ma in tutto il discorso - Il giorno del giudizio, che patisce anche le colpe di un titolo banalissimo, è quantomeno un prodotto lineare, onesto e carico di pathos (il duello finale è davvero ben costruito, per esempio, e diretto con altrettanta perizia, escludendo peraltro la violenza dalla scena). Certo, non ci si può aspettare granchè date le premesse; e forse proprio per questo la pellicola riesce a suscitare, alla fine della visione, una sorta di sospiro di sollievo: pensavo malissimo, invece era solo malino. Malino anche per carenza di mezzi, sia chiaro: la coproduzione fra Italia e Inghilterra dà i suoi migliori frutti nell'allestimento del cast, che vede la presenza di Craig Hill, Gordon Mitchell, Rossano Brazzi, Ty Hardin e Rosalba Neri. Terza regia, secondo western per Gariazzo (qui anche sceneggiatore): meglio sicuramente del precedente, pasticciato Dio perdoni la mia pistola, come d'altronde del successivo Acquasanta Joe, tutti realizzati nel giro di una manciata di mesi. 2,5/10.
Far west. Un uomo, dopo qualche tempo dall'assassinio della moglie e del figlioletto, va a cercare uno per uno i componenti della banda che gli ha rovinato per sempre la vita.
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