Regia di Mario Gariazzo vedi scheda film
Nel West non ci si stancherà mai di vendicarsi spietatamente. Il body-count che caratterizza trasversalmente buona parte delle pellicole western nostrane è al centro dell'azione anche nel film di Gariazzo. Se in altri titoli la fattura era più che buona, elevando il film a vero cult, qui invece la narrazione è parecchio lenta e ripetitiva. Certo ci troviamo di fronte ad un buon film, solido, canonico, senza sconfinamenti nello sperimentalismo e nelle bizzarie di quell'epoca. Certo, un po' impreciso, ingenuo in certi passaggi e dialoghi, ma non va dimenticato che il fascino di un western è il western stesso. Il fatto che sia un western è più importante di trama e spiegazioni varie. In più ci sono una carellata di grandi volti da caratterista che animano l'intero film. Dai cattivi Rossano Brazzi, Bruno Corazzari, Ralf Baldassarre, Guido Lollobrigida e Ken Wood alias Domenico Cianfriglia, ai buoni Gordon Mitchell e Craig Hill.
La storia è quella di un forestiero, con il volto di Ty Hardin, che vuole vendicare i responsabili della morte della moglie indiana e del figlio. Per farlo si aiuta con un pupazzetto meccanico sopravissuto al rogo, con cui scandisce il tempo del duello come Clint Eastwood in "Per Qualche Dollaro in più". Là c'era un carillon, qui un pagliaccino meccanico di latta. Va notata la presenza anche massiccia si può dire dell'elemento "Indio" all'interno della pellicola. Due donne indiane e un uomo indiano che ruotano intorno alla vicenda. Mentre le due donne, Rosalba Neri e Edda di Benedetto, sfoggiano una bellezza nativa non indifferente, l'uomo indiano è un po' il Geronimo "de noaltri", ma che passi.
Non si può parlare di un brutto prodotto perchè gli elementi incisivi per il genere ci sono tutti: una certa attenzione al dettaglio macabro di bare, sepolture e funerali, e qualche bizzarria nei travestimenti, nell'elemento "circo" più tipico nostro che del western classico. Troviamo un montaggio incerto che in alcuni passaggi è buono in altri completamente sbagliato. Le scene d'azione infatti hanno molto spesso i ritmi sbagliati, e tutto infatti per colpa di imprecisioni in sede di montaggio.
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