Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Un film di Damiani, senza semplificazioni, ma con una buona sceneggiatura e con un Manfredi che sorregge il personaggio nella maniera migliore. Un caso degli anni’20, durante la salita del fascismo, un pedofilo che poi uccideva le sue vittime, ne fece le spese proprio Girolimoni, un personaggio diverso ed estroverso a cui fu fato pagare un debito che non aveva mai contratto. Insomma gli fu distrutto la vita per voler coprire un tassello di giustizia, nervo scoperto che in un periodo di dittatura non poteva esistere, e quando le prove e altro non poterono reggere, fu rimesso in libertà, ma senza mai dichiararlo innocente ad ogni effetto, contribuendo ancora più a distruggerlo, moralmente e civilmente, volutamente ignorando il vero colpevole, ma non per questioni di opportunismo, ma solo per non ammettere un errore in cui la giustizia di un dittatore era volutamente incappata. Su questa storia è stato costruito questo film, che mantiene integre certe atmosfere, magari sofisticandone un tantino altre, ma nell’insieme la storia si costruisce a dovere, e Manfredi ha in serbo un personaggio di spicco e primo piano, con una morale ben gestita e dimostrativamente comprensibile. Una discreta costruzione ambientale riesce ad inquadrare bene il momento storico, la parte di Mussolini è troppo artefatta per restare nell’immaginifico popolare come vera, ed anche dal lato di denuncia sembra un po’ ai minimi termini, ma diciamo che è l’unica pecca in cui cade il film, il resto colpisce nel segno giusto.
una storia che disegna un' epoca
uno dei suoi migliori film
una grande lezione di attore, e qui davvero interpreta, cosa che alle volte non avveniva nei nostri mostri della commedia all'italiana
giovane e discretamente efficace
un po' di maniera
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