Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film
Coevo dei primi episodi della serie poliziottesca con protagonista Nico Giraldi (Squadra antifurto, antiscippo, antitruffa, antitutto), questo Figlio dello sceicco è un prodottino di ispirazione perfino inferiore a quelli, risultato davvero modesto perfino per una sceneggiatura scritta dal regista insieme al fido compare Mario Amendola, certo non un'accoppiata particolarmente esaltante. Tomas Milian unico protagonista possibile - non molti altri attori avrebbero potuto pronunciare con la stessa spontaneità la folta sequela di mortacci e di anvedi mavvaffanculova che compone il 99% delle sue battute - ed attorno a lui il vuoto: da questa parte non si va in nessun luogo. "Alì Babà, mò soccazzi da cagà" è la battuta conclusiva della pellicola: e questo basterebbe a liquidarla nella maniera più incisiva; le musiche dei fratelli De Angelis sono forse l'unica cosa dignitosa che si può cavare fuori da questa commedia traballante e sboccata ad oltranza, scritta in fretta (in quel periodo Corbucci girava - e spesso scriveva pure - non meno di due film all'anno), farcita di stereotipi sugli arabi e con dichiarati intenti alimentari. 3/10.
Il figlio dello sceicco Abdul è uno sboccato benzinaio romano. Venuto a sapere della ghiotta parentela, il burino si reca in medio oriente, dove però sta tramando contro di lui il fratello di Abdul.
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