Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film
I lati positivi di questo lavoro sono la sufficiente tenuta narrativa, per quanto la storia possa essere poco più che un risaputo romanzetto di cappa e spada, ed il buon sfoggio di costumi e scenografie, che dimostra che la produzione puntava su Isabella, duchessa dei diavoli molto più di quanto si potrebbe presupporre. Le aspettative, in partenza, sono infatti basse: Corbucci non è ancora affermato come regista, viene dalla sceneggiatura ed ha finora diretto solo lavori di serie B (o serie A bassa classifica), spaghetti western, un musicarello con Little Tony, un film di Ciccio e Franco e via dicendo. Inoltre è sempre rimasto un po' in ombra rispetto al fratello maggiore Sergio, la cui carriera registica è già avviata da tempo. Altro elemento che può far storcere il naso è il cast privo di nomi di un certo rilievo, con una protagonista per giunta non eccelsa come Brigitte Skay: bella e non poco, ma non altrettanto portata per la recitazione, purtroppo - e infatti non se ne sentirà parlare praticamente più. C'è però Enzo Andronico in un ruolo laterale, così come Giacomo Furia, Aldo Ralli e Tino Scotti, tutti validi caratteristi. Il ritmo è un po' fiacco, la storia è per lo meno compiuta, lineare; che il soggetto provenga da un fumetto a tinte erotiche di quegli anni è confermato dalla frequenza dei nudi, comunque esposti senza eccessivo compiacimento. Inevitabile il lieto fine, data la destinazione popolare della pellicola. 3/10.
Duchessina, Isabella è ancora bambina quando vede uccidere la sua famiglia da un violento rivale, il barone Von Nutter. Viene cresciuta dagli zingari e, raggiunta l'età adulta, torna a palazzo per scatenare la sua vendetta contro Von Nutter. Non sarà così facile...
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