Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Dopo i fasti dell'attentato di Monaco, il governo Israeliano decide in segreto di vendicarsi ammazzando undici presunti capi terroristici palestinesi (lo stesso numero degli atleti uccisi). Per me è difficile capire il motivo per cui Spielberg negli anni abbia voluto occuparsi anche di temi storico-sociali così delicati, visto che poi, dato che è meglio non dare fastidio a nessuno, in quasi tutti questi film s'impantana nel cerchiobottismo più deprecabile. Assistiamo per due ore e mezza agli omicidi politici compiuti da questa sgangherata banda di sicari al soldo del Mossad, e per tutto il tempo sembra che la vicenda stia tenendo il fiato per poi esplodere con un finale critico e graffiante che invece non arriva mai: Bana non risponde alla domanda di Rush e viceversa, così la storia si chiude con la promessa che le prove del coinvolgimento degli uccisi esistano e che il protagonista si sia solo immaginato di essere seguito (cosicché tutta l'ultima parte, basata sul senso di paranoia, si perde nel nulla). I trafficanti francesi restano privi di un contesto preciso, la CIA non viene praticamente neanche chiamata in causa (e quando lo si fa è della serie "per la pace questo ed altro"), le responsabilità delle alte sfere del governo Israeliano sono accennate in maniera fumosa e lo spettro dell'attentato da cui tutto è partito serve solo a dare un contentino (neanche troppo gratificante) alla parte avversaria. Ciò su cui l'opera si concentra davvero è la componente spionistica, con la pianificazione degli omicidi e la loro esecuzione materiale, glissando su qualsiasi implicazione politica (oppure banalizzandola), creando un meccanismo ben confezionato ma sconclusionato, che dopo la prima ora comincia a far sbadigliare.
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